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LUGANOMark e i genitori sull’aereo con gambe e polsi legati

27.10.19 - 10:36
Il tentativo in extremis della famiglia per evitare il rimpatrio. Ieri i compagni del ragazzo hanno manifestato nel centro di Lugano. E non sono mancati i momenti di tensione
Ti-Press
I giovani manifestanti sotto gli occhi degli agenti di Polizia.
I giovani manifestanti sotto gli occhi degli agenti di Polizia.
Mark e i genitori sull’aereo con gambe e polsi legati
Il tentativo in extremis della famiglia per evitare il rimpatrio. Ieri i compagni del ragazzo hanno manifestato nel centro di Lugano. E non sono mancati i momenti di tensione

LUGANO / ZURIGO - Sull’aereo che giovedì ha riportato la famiglia di Mark in Ucraina lo studente, e i suoi genitori, ci sono saliti con gambe e polsi legati. Come riferisce oggi il Caffè, i tre hanno tentato il tutto per tutto per evitare di tornare verso quella casa dalla quale erano scappati quattro anni prima. In silenzio, smettendo di rispondere e di camminare, si sono lasciati andare a peso morto, costringendo gli agenti che - da prassi - hanno poi caricato di forza i tre richiedenti l’asilo sul volo in partenza da Zurigo.

Corteo e tensioni - E proprio il rimpatrio forzato della famiglia del giovane studente dello CSIA ha innescato la manifestazione andata in scena nel primo pomeriggio di ieri, da Piazza Molino Nuovo al centro di Lugano, dove diverse decine di giovani con cartelloni e striscioni hanno voluto far sentire la propria voce contro le deportazioni.

Tra uno slogan e l’altro non sono mancati i momenti di tensione. Gli studenti hanno denunciato in particolare l’uso di spray al peperoncino da parte delle forze dell’ordine. Il fatto, secondo quanto riportato dai giovani, sarebbe la conseguenza di un’aggressione da parte di uno sconosciuto a una manifestante, avvenuta all'altezza di via Pretorio. «Diverse persone colpite dallo spray hanno riportato disagi quali svenimenti, vomito e bruciori agli occhi e alla pelle», hanno spiegato gli studenti, mentre l’aggressore si sarebbe invece allontanato senza conseguenze.

In una nota, gli studenti dello CSIA hanno condannato «ogni tipo di violenza perpetrata durante la manifestazione che aveva il solo scopo di difendere Mark, la sua famiglia e tutte quelle persone che ogni giorno vengono forzatamente deportate nei loro paesi in cui sono quotidianamente perseguitati e tormentati».

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