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LUGANOVanno solo alle elementari e hanno già lo Smartphone

23.10.19 - 20:01
Si abbassa sempre di più l’età in cui i ragazzini hanno il primo approccio con le nuove tecnologie. “Colpa” anche delle cattive abitudini dei genitori? L’analisi dell’esperta Eleonora Benecchi
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Vanno solo alle elementari e hanno già lo Smartphone
Si abbassa sempre di più l’età in cui i ragazzini hanno il primo approccio con le nuove tecnologie. “Colpa” anche delle cattive abitudini dei genitori? L’analisi dell’esperta Eleonora Benecchi

LUGANO – È una scena che si nota sempre più di frequente. Il bimbo agitato al ristorante. E il genitore che per calmarlo gli mette tra le mani l’iPhone o l’iPad. Fotogrammi inquietanti di un’epoca schizofrenica. In cui (fonte NET-Metrix) la metà degli under 14 svizzeri è connessa a Internet e il 67% guarda video in streaming. E in cui l’approccio con le nuove tecnologie è sempre più precoce. Un fenomeno finito recentemente sotto la lente di Eleonora Benecchi, docente di culture digitali all’Università della Svizzera italiana (USI).

Professoressa, che radiografia ci può dare?
«Da anni studiamo il tema con i partner dello ZHAW di Zurigo e dell'Università di Ginevra. Stiamo concludendo la nuova edizione dello studio MIKE, che indaga il rapporto dei bambini dai sei ai dodici anni con i media. I bambini usano con altissima frequenza cellulari. La metà degli oltre mille bambini che hanno partecipato alla ricerca ha un proprio cellulare. Il tablet è abbastanza utilizzato, ma è il cellulare il media preferito».

Qual è la tendenza?
«Il contatto con le tecnologie digitali è ampio e frequente. E cresce con l'aumentare dell'età».

Under 12 perennemente incollati agli schermi, dunque?
«No. Le nostre ricerche mostrano anche che i bambini preferiscono comunque giocare all'aperto, fare degli sport e incontrare gli amici piuttosto che guardare uno schermo».

Dunque?
«Dobbiamo distinguere tra impressioni generali e dati effettivi».

Quanta responsabilità hanno i genitori?
«Sono pochi quelli che effettivamente danno in mano cellulare e tablet liberamente ai loro bambini. In Svizzera i genitori tendono mediamente a regolare il tempo dedicato dai figli a cellulari e tablet, oltre che a verificare l'appropriatezza dei contenuti a cui accedono».

Una questione di misura?
«Se insegniamo ai bambini a gestire in modo consapevole questi dispositivi e controlliamo che i contenuti a cui sono esposti siano adatti alla loro età, non ritengo dobbiamo drammatizzare l'uso di cellulari e tablet».

Non c’è il rischio che il fenomeno travolga le nuove generazioni?
«Penso infatti che si debba investire di più, anche a livello di ricerca, per prenderne le misure. Ad esempio, non sappiamo davvero se il passaggio dalla lettura su carta a quella digitale sia dannoso per i bambini. Prima di regolamentare o descrivere nuovi percorsi dobbiamo esplorare determinate questioni in profondità».

I bambini di oggi sono in un certo senso i pionieri dell'era digitale.
«Si parla tanto di nativi digitali. È un termine che dovremmo abolire. Perché sapere usare gli strumenti tecnologici non significa essere educati al digitale o esserne consapevoli delle conseguenze dell'uso».

Dove sta il problema?
«Come sostiene la ricercatrice Sonia Livingston, i bambini sono come i canarini che i minatori usavano nelle miniere per capire lo stato dell'aria e gli eventuali pericoli. I canarini percepivano e subivano i cambiamenti dell'ambiente molto prima dei minatori».

Una metafora interessante. A che conclusioni ci porta?
«Così dovremmo immaginarci il rapporto tra bambini e tecnologie digitali: la sensibilità che hanno agli effetti, positivi e negativi, della diffusione e penetrazione degli strumenti come iPad, cellulare e simili è infinitamente superiore a quella degli adulti. Ciò significa che possono beneficiare dei vantaggi, ma anche subire gli effetti problematici delle tecnologie molto prima e molto più intensamente di noi».

Qualche consiglio per i genitori?
«È essenziale fornire una buona educazione mediale ai bambini, assicurandosi che l'uso di particolari dispositivi sia inserito all'interno di una dieta mediale ricca dove i bambini possano entrare in contatto con media diversi, dal libro al tablet, dal cellulare alla radio e alla TV. Inoltre è importante che siano offerte ai bambini anche delle alternative ai media, come ad esempio il gioco di relazione o lo sport».

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COMMENTI
 

volabas 4 anni fa su tio
Le armi possono essere letali, cosi come il fumo , l'alcool, il sesso, il mangiare troppo e male e tanti altri abusi, tutto sta' nel giusto dosaggio, qui sta' la differenza tra un buon genitore e un mediocre genitore, il resto sono solo i soliti bla' bla'

seo56 4 anni fa su tio
E senza dubbio da maggiorenni voteranno i Verdi!

sedelin 4 anni fa su tio
nel prossimo e non lontano futuro ci saranno parecchie malattie in più (mentali, da dipendenza e sull'apparato scheletrico) con ulteriori maggiori COSTI DELLA SALUTE e AUMENTI DEI PREMI CM :-(((

sedelin 4 anni fa su tio
Risposta a sedelin
ha ragione KENOBI: in più saremo dei robot inconsapevoli di essere manipolati. :-(((

Bayron 4 anni fa su tio
Ecco gli ecologisti di oggi!!

Libero pensatore 4 anni fa su tio
Eleonora Benecchi ha risposto perfettamente alle domande. Il genitore deve prendersi la responsabilità dell’utilizzo che fanno i loro figli del mezzo. Proibirne l’uso per me è una stuoidaggine, perché poi i ragazzini si procurano comunque le cose e le gestiscono in autonomia, e tipicamente usano male il mezzo perché non hanno gli strumenti per gestirlo. Il compito di noi genitori è quello di fornire mezzi e strumenti adeguati ai nostri figli per permettere loro di gestire al meglio le sfide che dovranno affrontare. Chiuderli sotto una campana di vetro non è una cosa intelligente da fare. Non bisogna vietare, bisogna capire e gestire che è un mestiere molto più complicato. Vietare o concedere tutto senza monitorare è semplicissimo, ma restituisce risultati pessimi.

Norvegianviking 4 anni fa su tio
Tanti bei bla bla bla poi nel forum quasi tutti possiedono facebook, con il quale spippolano di certo più di qualche minuto al giorno. E tanti saranno genitori. Chi non lo è fa presto a criticare ma una volta divenuto padre o madre, mica detto che riesca a tener lontano i figli dalle diavolerie tecnologiche. Io fino alla fine della seconda media ce l'ho fatta a non comperare il cellulare a mio figlio, poi mi sono dovuto arrendere anche perchè è la scuola stessa che sempre più gestisce l'allievo con la tecnologia (pagella elettronica, ricerche sul web, ecc...). Da piccolo io mangiavo pochissimo (al contrario di adesso...) e mia madre per la disperazione acconsentiva affinchè, pur di mangiare, pranzassi con il Topolino in mano o cenassi davanti alla tv. Mica l'ho biasimata per questo, altrimenti sarei morto di fame... Certo ci vuole equilibrio, altrimenti sì, arrischiamo di assistere in vacanza a scene del pargolo di tre anni a cena con il tablet in mano...

Um999 4 anni fa su tio
Ben venuti nel 2019, sfido chiunque a smentire chi era giovane a sentire i grandi: ai miei tempi non era così, i tempi erano diversi e si era più maturi etc. erc.

Tio1949 4 anni fa su tio
Poveri bambini

Svizzeraefieradiesserlo 4 anni fa su tio
Non è vero che i genitori limitano il tempo che i loro figli passano sullo smartphone. Al contrario, sono specialmente le madri che glielo fanno usare già quando hanno meno di 1 anno per farli stare tranquilli mentre loro bevono il caffè o chiacchierano con le amiche.

Frankeat 4 anni fa su tio
Risposta a Svizzeraefieradiesserlo
Penso che nel nord Europa sono messo peggio che da noi. Sono un po' di anni che quando vado al mare e mi ritrovo in mezzo a scandinavi e inglesi, i relativi bambini (piccolissimi) passano colazione, pranzo e cena con il tablet davanti al naso a guardare i cartoni animati, così stanno tranquilli.
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