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LUGANOQuelle costrette a lavorare gratis, e in piazza parte il flash mob

22.10.19 - 10:57
Azione simbolica in piazza Dante per denunciare che nel settore privato le donne guadagnano in media il 19,6% di meno rispetto ai loro colleghi di sesso maschile, vale a dire 1532 franchi in meno
Quelle costrette a lavorare gratis, e in piazza parte il flash mob
Azione simbolica in piazza Dante per denunciare che nel settore privato le donne guadagnano in media il 19,6% di meno rispetto ai loro colleghi di sesso maschile, vale a dire 1532 franchi in meno

 

LUGANO - La pioggia battente non ha scoraggiato le militanti della rete nateil14giugno che ieri, lunedì, hanno promosso un’azione simbolica in piazza Dante di Lugano alle 11:03.

Un’azione che  servita per denunciare il fatto che nel settore privato in Svizzera le donne guadagnano in media il 19,6% di meno rispetto ai loro colleghi di sesso maschile, vale a dire 1532 franchi in meno ogni mese.

«Questa differenza - fanno notare - calcolata sulla durata di un intero anno si traduce nel fatto che le donne lavorano gratuitamente in media per 71,5 giorni: a partire dal 21 ottobre, fino alla fine dell’anno, precisamente dalle ore 11:03:21, le donne non percepiscono più un centesimo di salario rispetto ai loro colleghi uomini».

A quattro mesi dunque dallo storico sciopero femminista e delle donne la mobilitazione non si ferma.

«Le donne - hanno sottolineato le attiviste - che vivono e lavorano in questo paese non intendono abbassare la guardia, né diminuire la pressione, per rinnovare le rivendicazioni che hanno portato più di mezzo milione di persone a mobilitarsi lo scorso 14 giugno». 

Proprio ieri la rete nateil14giugno ha indirizzato le proprie rivendicazioni al Parlamento federale rinnovato ieri attraverso una lettera letta pubblicamente in piazza e spedita ai e alle parlamentari ticinesi neoeletti (leggi la lettera sotto).  Le militanti della rete nateil14giugno sono dunque decise a continuare la lotta a tutti i livelli e in tutti gli ambiti: nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nelle istituzioni, nello spazio pubblico e privato.

 Lettera ai/alle parlamentari

«Caro/cara parlamentare

cosa farebbe se le dicessero che da oggi, 21 ottobre, il suo lavoro non venisse più remunerato fino a Capodanno? Non ne sarebbe certo contento/a.Se poi questo si protraesse per i 35, 40 anni di attività si renderebbe conto di aver regalato almeno 6 anni della sua vita lavorando gratuitamente per un lavoro comunque necessario. 6 anni di salario che le mancheranno ai contributi per la sua previdenza, rendendo più povera la sua vecchiaia. Sei anni di mancati introiti nelle casse cantonali e federali in termini di contributi fiscali. Un danno per tutti e non solo per lei. Ecco, la  discriminazione salariale é proprio questo: le donne oggi perdono in una vita lavorativa 350’000 franchi perché discriminate in quanto donne. Molta politica non si è schierata dalla loro parte durante l’ultima 

revisione della Legge federale sulla parità fra i sessi, ritenendo più conveniente ignorare la giustizia sociale a favore di chi non rispetta la Costituzione che ribadisce «Uomo e donna hanno diritto a una retribuzione uguale per un lavoro di pari valore». Il secondo sciopero delle donne del 14 giugno 2019 vuole ribadire l’impegno della politica nei confronti della metà della sua popolazione, e in termini economici, di tutta la società».

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