Negli ultimi cinque anni sono raddoppiate le richieste a Soccorso d’inverno da parte dei domiciliati in difficoltà economica: «Tante volte le persone non osano chiedere aiuto pur faticando»
MANNO - È un autunno di cambiamenti in seno a Soccorso d’inverno Ticino. Una piccola primavera fuori stagione che culminerà sabato, 19 ottobre, con la nomina di un nuovo presidente e di un comitato rinnovato. A passare il testimone è il presidente ad interim Fiorenzo Milani, che ha condotto l’associazione dopo le dimissioni, ad aprile, del titolare.
Inverno tutto l'anno - Soccorso d’inverno rinnova dunque i volontari, ma non la sua missione d’aiuto alle persone domiciliate in difficoltà. Adattandosi ai tempi, nonostante il richiamo originario nel nome a quell’inverno che era la stagione in cui più alto era il rischio di dover tirare la cinghia. Oggi, come testimoniano vari indicatori - uno su tutti quello degli assistiti -, è purtroppo inverno tutto l’anno.
Richieste in aumento - «In effetti le richieste di prestazioni - afferma Milani - sono raddoppiate negli ultimi cinque anni. È un trend dovuto anche al fatto che i costi, dall’affitto alle casse malati, aumentano a fronte di aiuti inalterati da parte dello Stato. Per quanto dobbiamo comunque essere grati che tali aiuti esistano». Il ventaglio delle prestazioni è vario e non riassumibile qui: si va dall’apparecchio dentale per i più piccoli, a quello acustico per gli anziani, a un conguaglio spese che può far traballare il bilancio domestico... «Persone sole e famiglie sono i nostri principali beneficiari - aggiunge il presidente -. Spesso vivono in un equilibrio economico tale per cui la spesa inattesa crea grosse difficoltà».
Un fenomeno sommerso - Per le cifre ci si deve rifare a quelle del 2018 (quando vennero aiutate 222 persone per complessivi 220mila franchi), in attesa che l’assemblea di sabato approvi l’ultimo bilancio. Superano il centinaio anche le richieste non accolte. «Stiamo molto attenti se qualcuno riceve già altri aiuti, per rimanere in linea con i nostri obiettivi, fissati negli Statuti e con i parametri Zewo» spiega Milani. Nel concreto i Comuni e i Servizi sociali fanno da filtro a tutte le richieste, permettendo così di andare sul sicuro nello spendere il denaro che arriva da benefattori singoli e fondazioni (oltre al sostegno dalla sede centrale zurighese per le spese mediche). In aggiunta al pagamento diretto delle fatture, l’associazione fornisce anche prestazioni in natura: dagli zaini scolastici, ai vestiti, a buoni di vario genere, etc. Su un punto Milani attira però l’attenzione: «La povertà in Ticino è spesso nascosta e profonda. Occorre gravitare attorno alle associazioni benefiche per rendersene davvero conto. Inoltre, a volte la persona non osa chiedere aiuti pur faticando. Per cui il fenomeno, senza dare colpe, rimane sommerso anche al livello istituzionale di Cantone».
La conferenza pubblica - I riflettori sul fenomeno saranno accesi sabato 19 settembre, dopo l'assemblea generale prevista alle 17 nello spazio Amag di via Monte Boglia 24 a Lugano. A seguire si terrà infatti un dibattito, aperto al pubblico, dal titolo “Il triste aspetto della povertà in Ticino” con partecipanti Samuel Schmid, presidente nazionale dI Soccorso d'inverno (ed ex consigliere federale), la direttrice nazionale dell'associazione Monika Stampfli e il consigliere nazionale Marco Chiesa.