«Difendiamo i prodotti, il mercato e l’aria del Ticino». Parlano i contadini ticinesi.
LUGANO - La terza corsia dell’autostrada in Ticino non s’ha da fare. È una delle rivendicazioni che le contadine e i contadini ticinesi intendono portare a Berna. Il no alla terza corsia da Lugano in giù - spiegano - «non farebbe altro che portare ulteriore mobilità da e per l’Italia a scapito del nostro mercato del lavoro, del territorio e dell’ambiente in generale» si legge nel comunicato dell’UDC - Agrari in corsa per le prossime elezioni (Lista Numero 7).
No dunque alla terza corsia dell’autostrada, ma sì invece alla realizzazione del collegamento nazionale A2A13 verso Locarno. «Questo tracciato - dicono - porterebbe solo che dei benefici a livello ambientale, al commercio interno al turismo e all’occupazione delle numerose residenze secondarie presenti. Porterebbe ordine ed efficienza alle importanti aree logistiche e lavorative cantonali (Cargo, trasporti vari, Poste) presenti».
Inoltre l’UDC - Agrari dicono no alla tassa sul CO2 perchè «che non farebbe altro che rincarare la vita nel paese, a deprimere il commercio interno e ad accrescere la mobilità legata agli acquisti oltre confine». E infine per sostenere la lotta al riscaldamento climatico tirano in ballo il fatto che il Ticino «è investito dalla cupola di inquinamento generato dalla vicina Italia dove a pochi km di distanza risiedono più abitanti che in tutta la Svizzera e dove è evidente che già solo nei sistemi di riscaldamento ed isolazione delle abitazioni esiste un margine di manovra immenso rispetto a quanto già realizzato da noi». Pertanto chiedono alla Confederazione «nell’ambito della lotta al riscaldamento climatico e dell’accordo sui ristorni» di concentrare gli sforzi «tutelando gli interessi svizzeri del nostro Cantone».