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CANTONE«Sono arrivati ad offrirmi 100mila euro per farmi tacere»

10.10.19 - 15:58
Parla l'ex operaio di Alptransit: «Dopo la mia denuncia sono arrivate le minacce e non solo. Oggi ho paura» La replica della GCF: «Accuse prive di fondamento. Unia non ha fiducia nella giustizia»
«Sono arrivati ad offrirmi 100mila euro per farmi tacere»
Parla l'ex operaio di Alptransit: «Dopo la mia denuncia sono arrivate le minacce e non solo. Oggi ho paura» La replica della GCF: «Accuse prive di fondamento. Unia non ha fiducia nella giustizia»

LUGANO - «Sono arrivati ad offrirmi oltre 100 mila euro per ritirare la denuncia. Io ho tre figli e sono senza lavoro, ma ho detto di no». Chiede solo giustizia Fouad Zerroudi, l'operaio che ha denunciato gravi irregolarità nel cantiere AlpTransit della galleria del Monte Ceneri. E che da quel momento starebbe ricevendo pressioni e minacce da parte dei suoi ex datori di lavoro.

Nel cantiere di Sigirino, l'operaio marocchino ha lavorato tra il 2017-2018 in qualità di distaccato per una ditta italiana. «In realtà facevo lo schiavo», racconta. «Ci facevano lavorare più ore del dovuto, pagati meno del dovuto. Come se non bastasse i controlli erano completamente assenti», spiega rievocando quanto già ribadito più volte dopo che il caso è balzato agli onori delle cronache locali. 

È da quel momento che sono iniziati i problemi?
«Non proprio. Ho sporto denuncia nell’ottobre 2018. In seguito mi sono trasferito a Verona, in Italia. Come operaio specializzato ho trovato lavoro subito, sempre nel settore ferroviario. Non sapevo che la ditta per la quale stavo andando a lavorare faceva capo a quella che avevo denunciato, la Gcf Generale costruzioni ferroviarie».

Cosa ha fatto sì che cambiassero le cose?
«Presto la Gcf è venuta a sapere dove mi trovavo. Ero a Padova quando il mio capo cantiere mi chiama per chiedermi cosa avessi "combinato". Quindi mi spiega che il giorno seguente l’avrei dovuto seguire a Lecco. Vengo obbligato a farlo. È così che mi ritrovo davanti il mio ex capo cantiere». 

Per quale motivo è stato fissato quell’incontro?
«Mi viene chiesto senza giri di parole di ritirare la denuncia. Subito dopo vengo avvertito: “Se non lo fai entro domani, tu perdi il lavoro”. Io, però, non cedo al ricatto».

È stato licenziato il giorno seguente?
«Qualche giorno dopo, il capo cantiere mi chiede di andare a casa sua. E insiste: “dobbiamo uscire dal casino che hai combinato”. Mi assicura la riassunzione presso la Gcf. Io lo invito solo a prendere contatto con il mio avvocato e con Unia. Dopo quell’incontro la ditta smette di chiamarmi. Fino allo scadere del contratto».

Poi cos’è successo?
«Verso la fine di giugno/luglio mi arriva l’offerta di denaro in cambio del silenzio. Una bella somma. Ma avrei dovuto ritirare la denuncia e dichiarare d’essermi inventato tutto. Nonostante le difficoltà economiche ho rifiutato. O meglio, ho invitato nuovamente a prendere contatto con l’avvocato. Per una conciliazione. Evidentemente non c’è interesse a procedere in questi termini».

Qui sono finiti i contatti con i suoi ex datori di lavoro?
«Il 3 settembre sono stato chiamato in Ticino dal Procuratore per delle dichiarazioni. Al mio rientro ho trovato l’auto interamente rigata. La coincidenza mi è parsa quantomeno sospetta»

Come si sente oggi?
«Non mi sento tranquillo. Quando guido, ad esempio, non dico di provare paura, ma ho sempre il timore che mi possa accadere qualcosa»

Tornasse indietro lo rifarebbe?
«Ci sono persone che accettano le condizioni di lavoro peggiori, ma c’è anche chi si ribella. Non voglio essere trattato da schiavo. Voglio vivere con dignità. Questo per me vale più di tutto. L'opinione pubblica in Ticino mi ha dimostrato un grande affetto. In molti mi hanno scritto e sostenuto. Speriamo che la magistratura faccia venire a galla la verità. Spero in un processo giusto».

E pensare che era partito dal Marocco con una laurea in economia in tasca e molti sogni…
«Oggi non pretendo più di tanto. Non fa differenza per me un lavoro rispetto a un altro. L’importante è avere modo di poter vivere dignitosamente» .

 

La presa di posizione di GCF

Dopo il Comunicato stampa di Unia la ditta coinvolta, la Generale Costruzioni ferroviarie SpA (GCF), ha smentito le accuse definendole «prive di fondamento». Qui di seguito la presa di posizione integrale: 

Generale Costruzioni ferroviarie SpA (GCF) desidera intervenire sulle odierne notizie di stampa uscite sui mezzi di informazione ticinesi.

GCF contesta decisamente le accuse formulate nei suoi confronti, sia a mezzo stampa che in ambito giudiziario. A tutt’oggi, e occorre ribadirlo con forza, il ministero pubblico ha sentito diverse persone, collaboratori ed ex collaboratori di GCF in particolare, ma nessuna accusa nei confronti di dirigenti societari è stata ritenuta valida. Questi sono i fatti. Malgrado la ripetuta virulenza degli attacchi, non è stato possibile ipotizzare la commissione di un qualsivoglia reato da parte di un dipendente di GCF.

GCF è da mesi in contatto con le autorità penali, collaborando pienamente con le stesse, avendo consegnato importante materiale probatorio.

Ciò che colpisce maggiormente è il modo di agire di UNIA, che vuole spostare qualunque forma di discussione sulla stampa, rifiutando di discutere delle questioni aperte in un contesto istituzionale o professionale. L’uscita mediatica di oggi dimostra che UNIA non ha fiducia nell’autorità penale e nella capacità di quest’ultima di giungere ad una soluzione equa, essendosi accorta di quanto traballanti siano le proprie censure di natura penale invocate.

Il Sindacato, sino ad oggi, ha rifiutato di sedersi ad un tavolo di discussione congiunto, con i rappresentanti di GCF e della commissione paritetica. E’ da inizio estate che, tramite i suoi legali, GCF - per iscritto - ha manifestato la propria disponibilità, incondizionata, di incontrare i rappresentanti di UNIA, per capire quali fossero le censure precise ritenute e le richieste da trattare.

Da mesi UNIA rifiuta questo confronto, mentre la commissione paritetica sì è detta immediatamente disposta ad incontrare rappresentanti di GCF.

Questo rifiuto di UNIA di risolvere gli eventuali problemi con serenità, in un contesto professionale, con al proprio fianco peraltro la commissione paritetica, è stato constatato con grande rammarico da parte di GCF.

L’attacco mediatico sferrato oggi da UNIA, prima di tutto contro il magistrato inquirente e poi nei confronti di GCF, è inaccettabile e non fa altro che attestare l’assenza di reale volontà del sindacato di confrontarsi costruttivamente.

GCF ribadisce la propria disponibilità ad incontrare rappresentanti di UNIA in modo da gestire in modo professionale le questioni aperte, soprattutto nell’interesse degli operai.

 

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COMMENTI
 

Mattiatr 4 anni fa su tio
Invece di portare le persone in tribunale la politica federale dovrebbe occuparsi a creare una legge che imponga un controllo di un ufficio dedito al controllo. Ho pure pensato alla sigla U.F.S.C.A.P. (ufficio federale svizzero controllo appalti pubblici). Loro si concentrerebbero a controllare cantieri, ditte (FFS, Posta, ...) in maniera da garantirne un po' di coscienza e rigore.

tazmaniac 4 anni fa su tio
qualcuno? Ovvero gli stessi che ora stanno sbraitando sui giornali per denunciare l'accaduto...ironia della sorte...

SwissPitBull 4 anni fa su tio
Meglio piazzare radar e controlli ovunque piuttosto che mettersi contro certe aziende... quest'uomo ha più palle di tutte le nostre forze dell'ordine messe insieme.

samarcanda 4 anni fa su tio
Fin quando dovremo sopportare questa mafia, infiltrata in ogni settore? È intollerabile.

vulpus 4 anni fa su tio
è pericoloso ora il coinvolgimento dei sindacati . Questa enorme pressione della ditta peninsulare nel voler incontrare i sindacati per trovare delle soluzioni significa una cosa sola: signori ci troviamo ,vi portiamo una cavagnata di biglietti da 1000.- e non rompete piì i c... voi e il vostro assistito. È urgentemente necessario l'intervento della giustizia a concretizzare o smentire le accuse. Quì ci potrebbe essere del penale . Velocizzare il tutto per un rispetto delle persone e dei cittadini.

roma 4 anni fa su tio
Quest'operario ha il diritto di definirsi un UOMO.

Corri 4 anni fa su tio
Haaaa, ma non si chiama corruzione di offrire 100000euro? Dunque hanno qualcosa da nascondere magari questa ditta ?

klich69 4 anni fa su tio
Ormai il Ticino farà parte della lombardia, se non cartograficamente ma come mentalità pienamente si. Comunque i sindacati sono sempre voltagabbana e affidabili come la diarrea. Bravo comunque il marocchino qua a non cedere alle sicure minacce.

oxalis 4 anni fa su tio
Trovo deleterio che da queste tristi vicende che regolarmente si ripetono, non s'impari niente e si continui ad affidare queste grandi opere a ditte di dubbia fama per poi gridare allo scandalo. È abbastanza ovvio che se queste società si aggiudicano gli appalti con offerte sotto costo, siano poi gli operai o la qualità dei lavori a subi.rne le conseguenze

miba 4 anni fa su tio
Non mi meraviglia per niente l'atteggiamento di UNIA. Pronzini e soci prediligono di gran lunga il marketing mediatico invece di discutere e trovare soprattutto soluzioni. È stato così recentemente per il servizio spitex di Bellinzona, è così ora ed è ormai un trend ampiamente consolidato

GI 4 anni fa su tio
che brutta storia....siamo alle solite, troppa gente lucra sulla pelle di altri.....migranti in primis.......come al tempo degli schiavi d'Africa.... Passano i secoli ma l'essere umano è rimasto lo stesso......avido....

tip75 4 anni fa su tio
benvenuti in europa dove i mezzi per far pressione sono ‘convincenti’ e lontani della civiltà.....trogloditi, filo-europei avete rovinato un paese che era veramente un fiore all occhiello e l avete fatto per soldo

RobediK71 4 anni fa su tio
La prolissa presa di posizione CGF ha di che sospetto: chi è onesto non si deve giustificare (così tanto), ma poi l’auto rigata ??? Haha bella questa

Maxy70 4 anni fa su tio
Il sistema ha cominciato a marcire con la devastante «apertura» allo spazio Schengen e conseguente entrata nella mentalità lavorativa europea, degli appalti, sub-appalti, sub-sub-appalti e via di seguito. Recentemente sono stati controllati a Lugano su un importante cantiere, degli operai “di-staccati” rumeni (poveretti), che neppure sapevano da chi dipendevano, un groviglio di ditte ovviamente della vicina penisola e conseguenti paghe da fame. Queste sono le conseguenze, ivi compreso il caso di Fouad Zerroudi, al quale auguro di potere ottenere giustizia.

F/A-18 4 anni fa su tio
Se tutto quello che sostiene è vero il metodo usato è tipico della mafia, se così fosse vuol dire che i più grossi appalti pubblici sono già da anni in mano loro ma per i nostri politici la situazione è tranquilla!

Thor61 4 anni fa su tio
Risposta a F/A-18
Altrimenti come si spiegano il 150% in più pagato per fare alptransit! Erano previsti 10 miliardi di SFr. e ne hanno spesi oltre 25.

batterfly 4 anni fa su tio
Complimenti al Operaio,li faccio un grande boca in Lupo. Non trovo giusto,che lo perseguono con minacce . La Verità fa male

Petito Sbazzeguti 4 anni fa su tio
Ottimo , benissimo, bravo, ribellarsi sempre allo strapotere delle lobby......

KilBill65 4 anni fa su tio
Spero che questo operaio/testimone venga perlomeno protetto dalle forze dell'ordine!!!......Sperando che non gli succeda niente....Altrimenti chi di dovere si prendera' le sue responsabilita'.

Sir Stanley 4 anni fa su tio
Risposta a KilBill65
E quando mai chi di dovere si è preso le sue responsabilità (o glie le hanno fatto assumere)? Sembra una frase alla Beltraminelli, concetti altisonanti che in pratica si traducono in vuoto assoluto. Non dimentichiamo che siamo pur sempre ancora nella Repubblica delle banane del Ticino.

KilBill65 4 anni fa su tio
Non e' da tutti!!!....Gli sono vicino….Sono solo le persone oneste che pagano sempre!!!....Spero che si faccia giustizia!!!.....E per l'operaio in questione gli faccio i migliori auguri per un suo prossimo posto di lavoro…..
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