La Polizia cantonale spiega cosa potranno fare i futuri possessori delle postazioni fisse battute all'asta il 5 ottobre. Una collocazione all'aperto potrebbe richiedere una licenza edilizia
BELLINZONA - Il radar è un “palindromo”. Non perché sta su un palo, ma poiché è parola che non cambia se letta da sinistra a destra o al contrario. Una circolarità che si ritrova anche nell’asta del prossimo 5 ottobre, in occasione della giornata di porte aperte all’aerodromo di Lodrino, quando la polizia cantonale metterà in vendita le nove postazioni rimosse ad inizio anno. Una domanda circola con insistenza: l’acquirente del cassone grigio potrà piazzarlo sul limitare del giardino, magari a bordo strada, per dissuadere gli automobilisti dal piede pesante? Come uno spaventapasseri, ormai orbato del suo meccanismo punitivo (no, l’apparecchio che misura la velocità non sarà del lotto), ma comunque in grado di insinuare il dubbio in chi corre troppo?
Interpellata da Tio/20Minuti, la polizia cantonale chiarisce quali sono i margini per un simile utilizzo. «Se da parte dell’acquirente vi è la volontà di installarlo su un suo terreno privato deve verificare con le autorità preposte, in questo caso il Municipio del comune di residenza, se è necessaria una licenza edilizia. Nell’ambito di questa procedura, l’autorità verifica l’ossequio di tutte le norme comunali, cantonali e federali di rilevanza». Spetterà dunque ai Comuni dare eventuale luce verde ai “radar domestici”.
Quando al fatto che questo sia proprio il senso dell’operazione - ottenere un effetto dissuasivo, a costo zero, anzi addirittura incassando qualcosa -, l’autorità replica che «la strategia nell’ambito dei controlli della velocità da parte della polizia si basa unicamente sulle proprie attrezzature e sul coordinamento sul territorio da parte della Polizia cantonale». E l’incasso dell’asta? «Gli eventuali introiti saranno reinvestiti in progetti di prevenzione in materia di circolazione stradale».
Eppure il dubbio resta. Anche perché, francamente, altri impieghi non se ne vedono. Tranne forse un impiego come ricettacolo per animali domestici o selvatici (ma d’estate, quando la scatola di metallo ribolle, rischia di essere offerta sadica), o forse come oggetto di arredo in appartamenti, di dubbio gusto. Anche oggi, ammassati come ferraglia, le nove postazioni radar fanno scorrere brividi lungo la schiena di chi ha la coscienza sporca.