Cerca e trova immobili

CANTONE«Più abusi sessuali su minori? Il tema oggi non è più tabù»

06.09.19 - 06:23
I numeri della polizia cantonale mostrano un aumento dei reati contro l’integrità dei fanciulli. Paradossalmente è una notizia positiva, come spiega anche l’esperta Myriam Caranzano-Maitre
Tipress
«Più abusi sessuali su minori? Il tema oggi non è più tabù»
I numeri della polizia cantonale mostrano un aumento dei reati contro l’integrità dei fanciulli. Paradossalmente è una notizia positiva, come spiega anche l’esperta Myriam Caranzano-Maitre

LUGANO - Più che in tono allarmistico è un aumento che va valutato positivamente. Sempre più casi finiscono in aula penale (vedi articolo) e gli stessi numeri della polizia cantonale sui reati contro l’integrità sessuale dei fanciulli confermano la crescita. La spiegazione arriva da Myriam Caranzano-Maitre, direttrice dell’Aspi (la Fondazione Svizzera italiana di sostegno, aiuto e protezione dell’infanzia): «Oggi sembra che ci siano più casi, ma non è vero. L’epidemiologia mostra invece, in modo chiarissimo, che la situazione sta migliorando. Il fatto è che fino a trent’anni fa il tema era totalmente tabù. Un piccolo, ma un bambino diventato adulto, che aveva subito abusi sessuali, non osava dirlo per vergogna o sensi di colpa».

Dunque è l’approccio odierno ad aver mutato il quadro generale?
«Certo, la prevenzione e la sensibilizzazione hanno contribuito a rendere possibile parlare di queste cose. Grazie anche ai mass media si è insistito sul fatto che quando un bambino subisce abusi o qualsiasi forma di maltrattamento non è mai colpa sua. È l’adulto che sbaglia. Ciò crea un contesto nel quale le vittime riescono a parlare. Per questo ce ne sono di più. Ma poi ci sono anche molti più adulti che ascoltano».

Si parla di più e si ascolta di più. Nel campo della sensibilizzazione tra scuola e famiglia molto si è fatto o si deve investire ancora di più?
«No, si deve investire molto di più, anche per il fatto che gli studi più recenti dell’OMS e della Società internazionale di prevenzione degli abusi sui bambini mostrano che si può davvero ridurre di molto il numero di questi abusi. La rappresentante dell’Onu in questo campo parla di violenza zero come obiettivo. Abbiamo tutti gli strumenti per farlo, il problema spesso è che mancano i finanziamenti».

A livello cantonale o federale?
«Questo tipo di progetti è di competenza cantonale. Per la prevenzione primaria è difficile trovare i soldi».

Spesso dietro questi casi ci sono dei precedenti pesanti, sottovalutati in passato. Una tendenza alla recidiva esiste. Oggi è tenuta sufficientemente sotto controllo?
«È difficile dirlo. Di certo la sensibilità anche in questo campo aumenta e si pone sempre più attenzione a questi aspetti, come ad esempio quello di evitare le recidive. Si è anche più consapevoli del fatto che quando ci si rende conto che una persona commette queste cose bisogna fermarla subito. Ricordo che per tutti quelli che lavorano in campo sanitario o scolastico c’è un obbligo di segnalazione».

Il Ticino in ambito di abusi sessuali contro minori è numericamente in linea con gli altri cantoni?
«La risposta esatta nessuno ce l’ha, per un motivo semplice. Fare degli studi su queste tematiche è estremamente difficile. Occorre curare molto l’aspetto etico e scientifico. Ma i dati che abbiamo permettono di dire che la situazione non è diversa da un cantone all’altro».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE