La zanzara tigre ha fatto stragi. Almeno stando alla percezione di diversi cittadini. «Eppure non constatiamo impennate», sostiene la specialista Eleonora Flacio
LUGANO – Maledette zanzare. Punture a raffica e spray deterrenti che non funzionano. La “tigre” sembra avere colpito con particolare aggressività nel corso dell’estate che sta per concludersi. Diverse le segnalazioni giunte a Tio/20 Minuti un po’ da tutta la Svizzera italiana. «Eppure – ribatte Eleonora Flacio, collaboratrice esterna del Gruppo cantonale di Lavoro Zanzare (GLZ) – non possiamo confermare un aumento della casistica. Non ci sono state impennate».
Ma come? Parecchi ticinesi sono furiosi. È sicura che le vostre misure siano ancora efficaci?
Certo che sì. La percezione soggettiva del cittadino può naturalmente essere diversa dalla realtà oggettiva. Dipende anche dalla zona in cui si abita. La zanzara tigre è equamente distribuita nel Cantone, ma ci possono essere regioni in cui è più presente.
Ad esempio?
Generalmente nei luoghi in cui i cittadini non hanno adottato le misure consigliate. Noi suggeriamo sempre di svuotare i contenitori di acqua stagnante in giardino o in casa. E di trattare settimanalmente con un prodotto specifico biologico i contenitori che, per un motivo o per l’altro, non possono essere svuotati.
Cosa fate concretamente per combattere la “tigre”?
Abbiamo un sistema di sorveglianza capillare, con trappole sparse in un’ottantina di Comuni ticinesi. Inoltre, a calendario, effettuiamo trattamenti su suolo pubblico. A questo va aggiunta la sensibilizzazione verso il cittadino.
Le lamentele giunte in redazione dunque sarebbero infondate?
No. Può essere che ci siano stati casi critici. Ci sono sempre, ogni anno. Se, ad esempio, uno tiene dell’acqua stagnante in giardino, penalizza indirettamente tutto il vicinato, attirando centinaia di zanzare nella zona.
Estati calde e umide. C’è da preoccuparsi per il futuro?
Direi che la situazione è sotto controllo. La popolazione della zanzara tigre, per sua natura, tende a crescere in maniera esponenziale. Estati come queste, con un caldo umido, e con un clima semi tropicale, non ci aiutano in questa lotta. Nonostante ciò riusciamo comunque a contenere il numero di esemplari (comunque sull’ordine dei milioni) di questa specie. In alcune zone italiane, appena al di là del confine, ce ne sono quattro volte tante.