Riaprono scuole e aziende. Autostrade di nuovo intasate. Sull’A2, 16 chilometri di scavi. Lo sfogo degli automobilisti. E la replica dell’USTRA: «Obiettivo qualità»
LUGANO – Sedici chilometri di cantieri autostradali nella Svizzera italiana. Praticamente il 14% circa dei 108 complessivi che coprono l’A2, lungo la tratta tra Airolo a Chiasso. Cantieri che si fanno sentire soprattutto in un mese come quello di settembre, quando aziende e scuole ripartono a pieno regime, e dunque i lavoratori che si spostano in auto tornano a riversarsi sull’autostrada. «Al momento abbiamo in corso cinque grossi progetti in Ticino – spiega Eugenio Sapia, portavoce dell’Ufficio federale delle strade (USTRA) –. Poca roba invece in Mesolcina, sull’A13».
C’è chi è favorevole – Il cantiere più “fastidioso” forse è quello nella zona di Grancia (Melide-Gentilino). Proprio lì Tio/ 20 Minuti ha incontrato sia Sapia, sia alcuni automobilisti. C’è chi la prende con filosofia, sostenendo che i cantieri sono necessari. «Servono per avere strade migliori. Viva i cantieri», sostiene un signore. «Se sono necessari, è giusto che ci siano», aggiunge un secondo passante.
E c’è chi è contrario – Altri, invece, sono di tutt’altro avviso. E, tra insinuazioni e battute, sfogano davanti alla videocamera la loro rabbia. «Sembra che se li inventano apposta. Quando non ce ne sono più, ne spuntano altri», dice una ragazza. «Ogni tanto – aggiunge un altro utente della strada – ci si chiede se non si potrebbero pianificare un po’ meglio. E se davvero i tempi di pianificazione sono quelli che ci si trova a dovere subire».
I progetti più “grossi” – Airolo-Quinto (2018-2022). Ceneri-Bellinzona sud (2018-2020). Lugano nord (luglio-settembre 2019), Melide-Gentilino (2019-2023). A questi vanno aggiunti i cantieri di Mendrisio, zona Campaccio (2019-2021/2022) e quello relativo al centro di controllo per i veicoli pesanti, con area multiservizio, a Giornico (2017-2023).
Una finestra temporale limitata – Con il ritorno del traffico pendolare non c’è da essere preoccupati? «I nostri cantieri vengono organizzati in modo da limitare l’intralciamento del traffico – puntualizza Sapia –. Bisogna anche considerare che a causa del clima, non possiamo lavorare in inverno. E quindi occorre sfruttare al massimo il periodo tra aprile e fine ottobre. Per questo a volte si lavora anche di notte. I cantieri di Lugano Nord e di Mendrisio chiuderanno a breve. Gli altri si fermeranno per la pausa invernale».
Non ci si permettono lussi – A livello svizzero sono oltre una cinquantina i grossi progetti autostradali in corso. C’è davvero bisogno di continuare a scavare così tanto? Se lo chiedono in molti. Sapia è chiaro: «Se vogliamo strade di qualità, sì. E noi, in ogni caso cerchiamo sempre di contenere i costi. Non ci permettiamo lussi. Il nostro obiettivo è avere autostrade sicure, all’avanguardia».
Un occhio all’ambiente – Sapia evidenzia come l’aspetto ambientale sia fondamentale per l’USTRA. «I nostri sono cantieri globali di risanamento. Ricostruiamo l’autostrada, dopo decenni, in base agli standard attuali. Facciamo in modo che le acque piovane vengano raccolte grazie a specifici impianti di trattamento, piazziamo ripari fonici. La difficoltà sta nel fatto che tutto questo lo facciamo, permettendo che il traffico continui a circolare. È normale dunque che possano esserci dei disagi».
Tutte le attenuanti – Sarà. Ma la sensazione che chiuda un cantiere e ne apra, subito dopo, un altro è diffusa. «L’alternativa è che vengano aperti tutti in contemporanea. Cosa che ovviamente non vogliamo. La rete autostradale svizzera è fitta. E, lo ripeto, a causa delle condizioni metereologiche, abbiamo un lasso temporale ridotto per intervenire. Il vero problema sta nel sovraccarico della rete. Ci sono sempre più veicoli in circolazione. E questo a volte vanifica i nostri sforzi».