Protagonisti della folle impresa, alcuni calciatori dei seniori del Sant'Antonino. Alla base, un patto sancito quattro anni fa nello spogliatoio
CLARO – Roba da matti. Portare la Coppa Ticino fino a un'altezza di oltre 2.700 metri non è cosa da tutti i giorni. Invece alcuni calciatori dei seniori (30+) del Sant'Antonino l'hanno fatto. La meta? Il Pizzo di Claro. Un "fioretto" arrivato con ben quattro anni di ritardo. «Nel 2015 abbiamo vinto la Coppa Ticino contro il Lugano – racconta Mirco Delorenzi, uno dei protagonisti dell'avventura –. E ci siamo promessi che avremmo fatto qualcosa di speciale. Poi, tra un impegno e l'altro, la grande sfida è stata posticipata. Ma alla fine, missione compiuta».
Con Delorenzi, hanno partecipato alla spedizione anche il direttore sportivo Viktor Copat, il portiere Michele Ghidossi e il difensore Gerry Giudici. «È stato proprio Gerry a ispirarci – riprende il nostro interlocutore –. Non aveva mai vinto questa coppa tra gli attivi. Lui, che ha giocato pure in squadre importanti come Bellinzona e Locarno. Il Pizzo di Claro ce l'ha messo in testa lui. Si tratta di una montagna simbolica, imponente, rappresentativa. E visto che siamo uomini di parola, siamo andati fino in fondo».