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CANTONEFrontalieri, mai così tanti in Ticino

08.08.19 - 11:00
Nel secondo trimestre è stata raggiunta la quota di 66'316. Un aumento del 3,4% su base annua
Tipress (archivio)
L'incremento nel nostro cantone rispetto all'ultimo trimestre è stato del 3,8%.
L'incremento nel nostro cantone rispetto all'ultimo trimestre è stato del 3,8%.
Frontalieri, mai così tanti in Ticino
Nel secondo trimestre è stata raggiunta la quota di 66'316. Un aumento del 3,4% su base annua

BELLINZONA - È nuovo record per il numero di frontalieri in Ticino. Nel secondo trimestre di quest'anno - come si legge nei dati pubblicati questa mattina dall'Ufficio federale di statistica (UST) - il numero ha infatti raggiunto le 66’316 unità, facendo registrare un incremento pari al 3,8% rispetto ai mesi da gennaio a marzo e del 3,4% su base annua.

Rispetto al 2018, quasi tutte le macroregioni hanno fatto segnare aumenti, i maggiori nella Svizzera centrale (6,5%) e nell’Espace Mittelland (5,6%). L’unica eccezione è rappresentata dalla Svizzera nordoccidentale (-0,8%). Negli ultimi tre mesi l’incremento maggiore è invece quello ticinese, seguito dalla Regione del Lemano (2,3%) e dell’Espace Mittelland (1,6%).

Per quanto concerne la provenienza, la Francia resta al primo posto (176’955 persone) seguito da Italia (74’920) e Germania (60’169).

Un boom non solo stagionale - La crescita del numero di frontalieri in Ticino nel secondo trimestre sembra avere componenti che vanno ben oltre i fattori stagionali. E nel terziario si registra un boom, con poco meno di 18'000 lavoratori in più da oltre confine nello spazio di un decennio.

Dai dati diffusi emerge che ai tradizionali aumenti nella costruzione (+197 unità rispetto al secondo trimestre 2018) e nei servizi d'alloggio e ristorazione (+432) si affiancano infatti incrementi nei settori delle attività professionali, scientifiche e tecniche (+389), in quelle amministrative e di servizi di supporto (+392), nel ramo manifatturiero (+264), nel commercio (+218), nella sanità e nell'assistenza sociale (+125).

Per quanto riguarda le cifre totali, il comparto manifatturiero rimane con 15'959 persone il più aperto ai frontalieri: la crescita nell'arco di 10 anni è però solo dell'8%. Ben più consistente è stata la progressione nel commercio (+42% nel decennio a 10'772, vale a dire +3191), delle attività professionali, scientifiche e tecniche (+173% a 6942, +4400), delle attività amministrative e di supporto (+101% a 5830, +2943) e nella sanità (+53% a 4009, +1384).

Complessivamente i frontalieri attivi nel terziario nel secondo trimestre erano 42'396, pari al 63% del totale di 66'316: dal 2009 è stata registrata una crescita del 71% (in termini assoluti: +17'594). Nel ramo secondario la progressione è stata dell'11% a 23'382 (+2346). Più scarsa è l'importanza del settore primario, con 539 frontalieri (+74%).

L'UDC: «Stop alla libera circolazione!» - Immediata la reazione dell'UDC dopo la notizia del nuovo record di frontalieri raggiunto, «nonostante la Svizzera conti centinaia di migliaia di persone che vorrebbero lavorare di più» e «malgrado il popolo abbia votato “Prima i nostri”», fa notare il partito. Per l'UDC le cifre dimostrano che la libera circolazione «sta emarginando la nostra gente dal mercato di lavoro», precisando comunque che da condannare non è chi cerca lavoro da oltre frontiera, «ma chi in politica ostacola un sano equilibrio a scapito di chi vive in Ticino e deve arrivare alla fine del mese».

La Lega: «I ticinesi sanno chi ringraziare» - Anche la Lega dei Ticinesi si è espressa sulle cifre pubblicate dall'UST, definendole «inequivocabili e preoccupanti». La situazione «è seria e va affrontata con decisione: solo con una limitazione chiara dell’immigrazione si difendono i ticinesi, non con le applicazioni light e di facciata che tanto piacciono a PLR-PPD e PS».

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