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MASSAGNOSvelato il mistero del Barone volante

25.07.19 - 08:46
Un tragico fatto di cui si era persa memoria. La presenza enigmatica di un motore sopra una delle tombe più singolari del cantone è stata ora chiarita da un’indagine dell’Ufficio tecnico
Foto Tio/20Minuti
Svelato il mistero del Barone volante
Un tragico fatto di cui si era persa memoria. La presenza enigmatica di un motore sopra una delle tombe più singolari del cantone è stata ora chiarita da un’indagine dell’Ufficio tecnico

MASSAGNO - Sigarette, un vasetto con l’acqua del mare di Sicilia e pure un arancino. Non c’è ancora mistero dietro agli omaggi che si stanno accumulando sulla tomba dello scrittore Andrea Camilleri nel cimitero acattolico di Roma. Ma è storia di ieri. Sono invece passati 73 anni da quando nel camposanto comunale di Massagno vennero tumulate le spoglie del Barone Ruggero Von der Goltz e quel motore ancorato sulla tomba della famiglia aristocratica è sempre stato un enigma per chi, negli ultimi decenni, passeggiava alla poca ombra dei sepolcri.

Ma, si sa, anche sui drammi si deposita la polvere ed è solo in occasione del recente rinnovo del censimento sulle tombe perenni che l’Ufficio tecnico comunale, su stimolo di due persone molto affezionate al comune, è riuscito a svelare l’arcano. Decisivo, come si legge nel rapporto che riassume la ricerca, è stato rintracciare un nipote del defunto che oggi vive a Milano (a Massagno il nonno aveva acquistato una villa, che oggi non c’è più, in via Praccio 1). E ancora più decisivo il fatto che quel sabato 12 ottobre 1946 il discendente, giovanissimo, aveva 5 anni, fu testimone dell’incidente che capitò nei cieli di Agno. Sono fotogrammi ancora stampati nella sua memoria. «Mio padre Achim che nell’aviorimessa stava ultimando un nuovo cofano per il velivolo del fratello», lui ragazzino che stava «correndo con il monopattino lungo la sponda del Vedeggio». Vede lo zio, con un allievo a bordo, che decolla. Ruggero Von der Golz, discendente di una famiglia di origine prussiana, era infatti istruttore di volo ed è stato uno dei pionieri del volo ad Agno. 

All’improvviso il bimbo sente «un rumore sordo», si gira e scorge «l’aereo che cercava di riprendere quota per virare e rientrare sulla pista di atterraggio». Ma il tentativo del Barone volante fallisce e il velivolo «improvvisamente si è avvitato ed è precipitato verticalmente al suolo». Lo zio pilota, che aveva 35 anni, muore sul colpo e nella notte perisce in ospedale anche l’allievo. 

Un motore di marca Continental saldato alla lapide ricorda la tragica fine e anche l’epigrafe “Il volo vale la vita”, tratta dal sottotitolo di un romanzo che la madre Berta scrisse in ricordo del figlio aviatore, trova così una spiegazione.

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