Dopo le polemiche sulle rendite di invalidità, spunta il caso di una 57enne affetta da obesità. Una condizione non legata alla sua alimentazione, bensì ai traumi subiti nella sua vita
CHIASSO – Non solo ipotetiche rendite d’invalidità pilotate al ribasso. Non solo il presunto strapotere dei periti, come denunciato recentemente a Tio/ 20 Minuti dallo specialista Bruno Cereghetti. C’è anche chi bussa alle porte degli uffici dell’AI, invano, da 14 anni. È il caso di una 57enne di Chiasso. Segni particolari: obesa. Pesa 140 chili. E non riesce a muoversi. Con un sacco di gravi effetti collaterali. «La mia è una condizione invalidante che non è legata all’alimentazione. Bensì a tanti traumi vissuti nel corso della mia esistenza. Vivo nel dolore fisico».
Dall’incidente alla perdita del lavoro – La protagonista della vicenda si racconta senza usare filtri. «Tanto – dice – non ho più niente da perdere». Già da piccola soffriva di mal di schiena. Nel 1982, un incidente frontale segna un’importante svolta nella sua esistenza. «Da lì in poi, i miei problemi di obesità sono esplosi». Quattordici anni fa, dopo la nascita del terzo figlio, la donna va in depressione. Le muore pure il compagno. «Il dolore fisico mi stava segnando. In quegli anni ho anche perso il lavoro».
Le ginocchia che cedono – Il passo verso l’assistenza è breve. «Eppure, io sono una che ha sempre voluto arrangiarsi. Già all’epoca mi consigliarono di fare richiesta d’invalidità. Oggi più che mai ne avrei bisogno. Le mie ginocchia cedono. Dovrei operarle entrambe. Ho l’artrosi. Il mio tessuto muscolare è distrutto, di notte non dormo per il male. E faccio fatica a fare ogni minimo spostamento».
Per Bellinzona è un problema di testa – Cosa accade? Da Bellinzona la risposta è netta. Il caso della signora può essere riconducibile a una percentuale di invalidità psichica del 45%. «Io questo non lo accetto. Siamo sotto avvocati. Ma stiamo scherzando? Ho pure fatto il by pass gastrico e mi è andato male. Ho lottato per guarire. Il mio è un problema fisico e questi mi parlano di turbe mentali? Certo, vedendo che la mia condizione non migliora mai, mi demoralizzo. Questo non significa che io sia semplicemente depressa».
La decisione di uscire allo scoperto – Ci ha pensato a lungo, la 57enne, prima di rilasciare questa intervista. Poi sono arrivate le dichiarazioni su Tio/ 20 Minuti di Bruno Cereghetti. «Lì ho capito che non mi sbagliavo a immaginare che qualcosa non andasse nel modo di valutare i candidati all’invalidità da parte dei periti. Continuo a ricevere l’assistenza. Vivo con 2.800 franchi, compreso l’assegno integrativo. Per l’affitto posso pagare un massimo di 1.200 franchi. E quindi sono costretta a vivere in zone disperate come quella in cui abito adesso. Questa non è vita. Mi fa soffrire il fatto di non essere presa sul serio».
Un appello disperato – La nostra interlocutrice lancia un appello alle autorità. «Mi stanno distruggendo moralmente. Sono praticamente immobilizzata nel mio appartamento. Una volta sono caduta in mezzo alla strada e sono rimasta per terra a lungo. Non riuscivo più ad alzarmi. Per fortuna, a un certo punto, è passata un’anima pia. Ho sempre bisogno di essere accompagnata, anche solo per andare a fare la spesa. Cado anche in casa. Vorrei che il mio incarto fosse rivisto. Vorrei che i responsabili dell’AI mi rendessero visita per vedere, con i loro occhi, in che condizioni sono costretta a vivere».
Cosa dice la legge?
La sola obesità non è tutelata dall’AI. Tuttavia, possono essere riconosciute invalidanti quelle malattie conseguenti a un’importante obesità. Come, ad esempio, problemi cardiocircolatori o articolari, anche legati alle ginocchia.