La Procura ha ritirato il procedimento penale nei confronti di una donna che aveva redarguito alcuni minorenni. «Intento educativo»
LUGANO - Erano schiaffi (quasi) giustificati, quelli che una 47enne del Mendrisiotto ha allungato sul volto di un minorenne lo scorso primo maggio al Parco Ciani. La donna - come riferito a suo tempo da tio.ch/20minuti - era stata denunciata dai genitori del ragazzo. Ma la Procura ha ritirato il procedimento penale nei suoi confronti.
Il motivo: le sberle hanno cagionato «unicamente un rossore al volto» al minorenne e «sono state una reazione immediata a un insulto» si legge nel decreto d'abbandono emesso a metà giugno dal Pp Nicola Respini. La donna, ricordiamo, aveva redarguito un gruppo di giovani “pizzicati” a gettare dei rifiuti nel lago, i quali l'avevano circondata e riempita di insulti.
La Procura ha riconosciuto «l'intenzione educativa» della donna. Ma per Myriam Caranzano della Fondazione Aspi «una sberla non è mai educativa». Secondo l'esperta «purtroppo le nostre leggi non permettono ancora di considerare tale gesto come violenza da condannare in ogni caso».