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CANTONE«E ora aprite le porte e mostrateci come vivono»

20.06.19 - 17:20
Come vivono i rifugiati in Ticino? La proposta dell’avvocato Paolo Bernasconi per la giornata del rifugiato: «Aprite i centri, e che tutti vedano con i loro occhi le loro condizioni di vita»
Tipress
Foto scattata nel rifugio della protezione civile di Stabio adibito a Soccorso Sanitario
Foto scattata nel rifugio della protezione civile di Stabio adibito a Soccorso Sanitario
«E ora aprite le porte e mostrateci come vivono»
Come vivono i rifugiati in Ticino? La proposta dell’avvocato Paolo Bernasconi per la giornata del rifugiato: «Aprite i centri, e che tutti vedano con i loro occhi le loro condizioni di vita»

LUGANO - «Aprite le porte dei centri per i rifugiati e fateci vedere come vivono». La richiesta arriva dall’avvocato Paolo Bernasconi, in occasione della Giornata internazionale del rifugiato che si celebra oggi.

Una giornata che dovrebbe costituire un momento per fermarsi e riflettere sulla drammatica condizione di queste persone e sul coraggio che hanno avuto per fuggire da situazioni che mettevano a rischio la propria vita.

In Ticino ci sono quattro centri per richiedenti l’asilo: a Paradiso, a Cadro, ad Arbedo Castione e il bunker di Camorino. Solo in quest’ultimo ce ne sono quasi una quarantina.

Riuscire ad entrare in queste strutture, poter parlare con i diretti interessati, ottenere informazioni sulla loro attività è pressoché impossibile anche per noi giornalisti. Ogni volta che abbiamo tentato ci siamo scontrati con muri invalicabili.

«A maggior ragione - spiega l’avvocato Bernasconi - si dovrebbero aprire le porte proprio per la giornata internazionale del rifugiato. Si aprono le carceri per la giornata sui penitenziari, le scuole per la giornata sulle attività scolastiche, si aprono anche le caserme, perchè non aprire i centri asilanti  in occasione della giornata sul rifugiato?».

E poi aggiunge: «Che tutti i ticinesi possano vedere con i loro occhi come vivono per mesi e per anni i richiedenti l'asilo nel Canton Ticino, di come stanno nel bunker di Camorino». Già proprio quel bunker che esattamente un anno fa era stato oggetto di una denuncia da parte di un gruppo di cittadini, i quali avevano descritto le “condizioni disumane” di vita degli asilanti, di gente costretta a vivere in “stanze degradanti”, con “cibo insufficiente e scaduto”, in situazioni di sovraffollamento nei dormitori, con “temperature elevate che unite alla scarsa aerazione degli spazi creano una sensazione di soffocamento e infestazione di cimici da letto”. Inoltre  97 medici attivi in Ticino avevano criticato le condizioni di vita all’interno del bunker, definendole «disumane»

Una richiesta provocatoria quella di Paolo Bernasconi. «Certo che è provocatoria, non è possibile che non facciano entrare nessuno, né amici, avvocati, giornalisti o famiglie che si sono prese cura di loro. La giornata del rifugiato è una giornata delle porte aperte e anche delle braccia aperte. I rifugiati del Ticino si devono sentire accolti e devono sentire il calore dell’accoglienza dei ticinesi».

 

 

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