Cerca e trova immobili

CANTONE / BASILEAMastectomia, in arrivo fondi per la ricerca

12.06.19 - 09:38
Il nuovo progetto per una ricostruzione meno invasiva del seno con protesi coinvolgerà pazienti del Centro di Senologia della Svizzera Italiana, con il quale il professor Yves Harder collabora
Depositphotos - foto d'archivio
Mastectomia, in arrivo fondi per la ricerca
Il nuovo progetto per una ricostruzione meno invasiva del seno con protesi coinvolgerà pazienti del Centro di Senologia della Svizzera Italiana, con il quale il professor Yves Harder collabora

BELLINZONA - Il Fondo Nazionale Svizzero per la Ricerca Scientifica (FNRS) ha assegnato congiuntamente all’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) e all’Ospedale universitario di Basilea un finanziamento di oltre 1.6 milioni di franchi per un nuovo progetto di ricerca clinica su una tecnica meno invasiva per la ricostruzione del seno con protesi. Il progetto si prefigge di studiare il miglioramento della qualità di vita a medio termine della donna modificando il posizionamento dell’impianto di silicone per la ricostruzione del seno.

Ogni anno in Svizzera vengono effettuate circa 1'600 ricostruzioni del seno con protesi dopo mastectomia dovuta al tumore al seno e/o alla predisposizione genetica al tumore.

Il progetto di ricerca ipotizza che il posizionamento dell’impianto di silicone per la ricostruzione immediata del seno dopo mastectomia con risparmio totale della cute sia meglio tollerato nel piano pre-pettorale (cioè sottocutanea) rispetto al piano retro-pettorale. Attualmente, la ricostruzione del seno è effettuata con il posizionamento della protesi sotto il muscolo pettorale, anche se questo tipo di ricostruzione non rispetta l’anatomia del seno. Il posizionamento pre-pettorale della protesi può offrire diversi vantaggi, come per esempio una diminuzione dei dolori post operatori, una ripresa dell’attività fisica più rapida, un miglior benessere fisico e psichico o un miglioramento dell’aspetto estetico. Questi vantaggi devono essere ponderati e paragonati ad un potenziale tasso più alto dell’incapsulamento della protesi e del cosiddetto “rippling”, ovvero di pieghe della protesi visibili che potrebbero richiedere ulteriori interventi chirurgici.

Si tratta di un progetto di ricerca clinica multicentrico di cui sono responsabili il Prof. Dr. med. Walter Paul Weber, primario di chirurgia del seno e co-responsabile del Centro di Senologia all’Ospedale Universitario di Basilea, ed il Prof. Dr. med. Yves Harder, responsabile del Servizio di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica dell’EOC. Nello studio saranno coinvolte pazienti del Centro di Senologia della Svizzera Italiana, con il quale il professor Harder collabora.

Il finanziamento è previsto per una durata di cinque anni ed è la prima volta che questo Servizio dell’EOC ottiene un finanziamento dal FNRS.

Possibili sbocchi terapeutici
In futuro, continueranno ad essere necessarie operazioni di mastectomia, sempre più spesso anche bilaterale, legate all’asportazione profilattica della ghiandola mammaria dovuta a una predisposizione genetica al cancro al seno. In certi casi, una chirurgia invasiva che si basa sul prelievo di tessuto della paziente per ricostruire il seno può rivelarsi di difficile attuazione. Trovare soluzioni “poco invasive”, ricreando il seno quasi come prima senza creare un danno collaterale per prelievo di un lembo sarà sempre più desiderato.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE