Il filosofo russo Aleksandr Dugin ha tenuto una conferenza pubblica al Pestalozzi. Una presenza discussa che non ha mancato di suscitare qualche timore: la polizia era presente nelle vicinanze
LUGANO - «Mi definiscono come il filosofo più pericoloso del mondo, non perché sono fascista. Oggi il fascismo e il comunismo hanno il loro posto nella società, non sono assolutamente pericolosi». Sono le parole del filosofo russo Aleksandr Dugin, conosciuto come “l'ideologo di Putin”, che stasera ha tenuto una conferenza pubblica all’Hotel Pestalozzi di Lugano.
Una presenza, la sua, che non ha mancato di suscitare qualche timore. All’incontro poteva partecipare soltanto pubblico accreditato e all’ingresso è stato allestito un piccolo dispositivo di sicurezza per verificare gli ingressi. Mentre di fronte all’albergo era presente una volante della polizia cittadina. Non ci sono comunque state proteste.
Ma Dugin da che parte sta? In un incontro con alcuni rappresentanti della stampa, gli è stato fatto notare che molte sue amicizie si trovano in area fascista. E anche che gli organizzatori del tour di incontri sarebbero vicini al neofascismo italiano. Il filosofo però non ci sta: «Non ho rapporti né con nazisti né con fascisti: i miei amici sono persone che vogliono uscire da queste ideologie». Dugin sostiene dunque che «parlare di estrema destra o estrema sinistra non significa nulla, non è la visione corretta per analizzare la filosofia politica: è importante soltanto se si sta con i globalisti o con i popoli».
L’appuntamento al Pestalozzi era proposto dalla neocostituita associazione Fratria (gli statuti sono del 16 maggio 2019), di cui il vicepresidente è tra l’altro l’ex esponente UDC Roger Etter, anche lui presente all’odierna conferenza.