Il filosofo Aleksandr Dugin, che piace alla destra nera, fa tappa oggi in città. Sempre al Pestalozzi dove esattamente dieci anni fa doveva parlare il ministro di Pinochet ma…
LUGANO - Dopo lo statunitense Steve Bannon, un altro pezzo da novanta dal sovranismo mondiale ha scelto Lugano per diffondere il suo verbo. E se Bannon non è un moderato, Aleksandr Dugin con la sua barba alla Rasputin e lo sguardo ceruleo delle steppe è più guerra che pace. Il politologo conosciuto come “l’ideologo di Putin” è dato in arrivo oggi alle 17 all’Hotel Pestalozzi di Lugano per partecipare a una conferenza intitolata “Il Nuovo Mondo Multipolare - Quali scenari per la Svizzera?”. Oltre a Dugin, è annunciata la presenza di Daniele Bertello (coordinatore REuropa), Alberto Micalizzi (economista), Michael O’Sullivan (Credit Suisse), Alessandro Sansoni (giornalista, direttore di CulturaIdentità).
La tappa luganese s’inserisce nel fitto calendario del tour italiano che è stato allestito attorno a questa figura quantomeno controversa. Organizzatore e promotore degli incontro è REuropa, un’associazione che ai più non dirà nulla, ma che la moderata Stampa di Torino ricorda essere «sigla utilizzata da un gruppo legato, da almeno quarant’anni, al mondo del neofascismo italiano».
Quanto all’ospite russo la sua notorietà si deve alla teorizzazione di un “impero euro-asiatico” da contrapporre all’Occidente americanizzato. E se Bannon strizza l’occhio al suprematismo bianco e trova fan nel Ku Klux Klan, Dugin è un aperto sostenitore di Putin (salvo criticarne una certa morbidezza nel gestire la questione Ucraina) e prima ancora dello zarismo.
In conclusione si può anche sottolineare una singolare coincidenza temporale: esattamente 10 anni fa l’Hotel Pestalozzi avrebbe dovuto ospitare una conferenza di José Pinera (ministro del cileno Augusto Pinochet)... Ma quattro giovani (poi condannati) furono protagonisti di un raid che vandalizzò la sala con escrementi animali.