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CANTONE«Atti disumani». Chiesti 14 anni

03.06.19 - 11:43
L’accusa chiede una pena sospesa, a favore di un trattamento stazionario, nei confronti del 24enne a processo per violenza carnale e tentato omicidio
Tipress (archivio)
Nel pomeriggio la parola passerà all’avvocato difensore Marco Masoni.
Nel pomeriggio la parola passerà all’avvocato difensore Marco Masoni.
«Atti disumani». Chiesti 14 anni
L’accusa chiede una pena sospesa, a favore di un trattamento stazionario, nei confronti del 24enne a processo per violenza carnale e tentato omicidio

LUGANO - «L’imputato ha compiuto atti disumani». Così il procuratore pubblico Zaccaria Akbas, che nei confronti del 24enne a processo principalmente per violenza carnale e tentato omicidio chiede una pena detentiva di 14 anni, sospesa per permettere una misura terapeutica stazionaria. Una richiesta che tiene conto della scemata imputabilità di grado lieve prevista dalla valutazione psichiatrica. «È impressionante che tutti i reati descritti nell’atto d’accusa siano stati commessi da un solo individuo». E sottolinea: «La sua colpa è gravissima».

Innanzitutto si parla dello stupro avvenuto nel febbraio del 2018: il giovane aveva preso di mira una ragazza che stava rientrando da un carnevale della regione. «L’ha trattata come un oggetto con il solo scopo di soddisfare le proprie perversioni sessuali, fregandosene delle ferite che la ragazza porterà sempre con sé». E a mente dell’accusa era consapevole di quanto avvenuto, anche perché dopo l’episodio il 24enne aveva cercato su Google “ho appena stuprato una donna”.

«Fantascientifiche storielle» - Ma sin dal primo interrogatorio l’imputato «ha mentito, con arroganza pensava di poter manipolare gli inquirenti». Ha anche detto di non conoscere la vittima, nonostante l’avesse già cercata sul web. E la ragazza stessa aveva detto di conoscere l’aggressore. «Lui pensava di farla franca inventandosi fantascientifiche storielle»: aveva anche sostenuto di essere posseduto da un cerbero.

«Ha pensato di ucciderla» - Il procuratore Akbas passa poi all’accusa di tentato omicidio: nel gennaio del 2018 il giovane aveva minacciato la compagna con un coltello e poi aveva tentato di strangolarla con un cavo USB. Questo perché la ragazza gli aveva detto che le era piaciuto tradirlo. «Le ha così impedito di respirare e di gridare, ha pensato di ucciderla» sottolinea l’accusa, che aggiunge: «È soltanto grazie all’istinto di sopravvivenza che la ragazza è riuscita a liberarsi, ha reagito tirandogli dei pugni». Anche in questo caso l’imputato si sarebbe reso conto di aver quasi ucciso la giovane, come mostra una successiva ricerca su Google.

Nel primo pomeriggio la parola passerà all’avvocato difensore Marco Masoni.

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