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CANTONE«Non volevo ucciderla, volevo solo la sua attenzione»

03.06.19 - 10:44
Parla il 24enne a processo principalmente per violenza carnale e tentato omicidio. Il giovane cercava informazioni su Google per «comprendere» i suoi gesti
Depositphotos - foto d'archivio
«Non volevo ucciderla, volevo solo la sua attenzione»
Parla il 24enne a processo principalmente per violenza carnale e tentato omicidio. Il giovane cercava informazioni su Google per «comprendere» i suoi gesti

LUGANO - «Non volevo ucciderla, soltanto spaventarla e attirare la sua attenzione». Così si difende il 24enne che oggi siede davanti alla Corte delle Criminali presieduta da Amos Pagnamenta principalmente per violenza carnale e per tentato omicidio. In questo caso si parla dell’episodio in cui, all’inizio del 2018, avrebbe minacciato la compagna con un coltello e poi avrebbe cercato di strangolarla con un cavo del computer.

«Ero arrabbiato e ho perso il controllo, ma l’ho lasciata andare». In seguito su Google aveva però cercato “Ho quasi ucciso la ragazza che amo”. Lo ha fatto, come il giovane dichiara in aula, perché voleva sapere quali erano le possibili conseguenze del suo gesto, «anche se non volute».

Gli abusi nel sonno - Il giovane è inoltre accusato di aver abusato della compagna mentre dormiva: l’avrebbe toccata nelle parti intime, nonostante lei gli avesse espressamente detto che quella sera non voleva avere rapporti sessuali. Ma lui in aula sostiene che tra loro era prassi che lui la approcciasse nel sonno «e che la cosa poi sfociasse in un rapporto». Anche in questo caso ci fu una ricerca online: “rapporto con donna che dorme senza svegliarla”. «Ero incuriosito» afferma il giovane.

Lo strupo dopo il carnevale - Per quanto riguarda l’accusa di violenza carnale, si tratta di una vicenda avvenuta nel febbraio del 2018, quando aveva preso di mira una ragazza appena scesa dal treno di rientro da un carnevale. L’aveva seguita e poi l’aveva trascinata dietro a una siepe. E là aveva quindi abusato di lei. Fatti, questi, che il 24enne ammette. Ma di cui si sarebbe ricordato soltanto a causa di una serie di incubi. Anzi, in fase d’inchiesta aveva dichiarato di essere posseduto da un cerbero.

Le immagini di minorenni - Si parla anche di pornografia, per una serie di fotografie scattate alla compagna minorenne all’epoca dei fatti. E poi caricate su un sito di incontri online. Ma anche per immagini scaricate dal web. E per aver ricevuto il link di una cartella contenente diverse immagini di ragazze minorenni nude. «Avevo sentito parlare dell’inchiesta Dropbox, ma non mi era chiaro che fossero minorenni».

Le richieste di risarcimento - In sostanza il 24enne ticinese, che si trova in carcere dal 6 febbraio del 2018, ammette tutti i fatti. A breve la parola passerà quindi al procuratore pubblico Zaccaria Akbas e al difensore Marco Masoni. Nel frattempo gli avvocati Maria Galliani e Deborah Gobbi hanno avanzato le pretese di risarcimento degli accusatori privati: 50’000 franchi di torto morale per la vittima della violenza carnale e 15’000 per la compagna.

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