Investimenti sbagliati: sempre più ticinesi ne sono vittime. L’economista Christian Marazzi: «È la nuova frontiera del gioco d’azzardo. Con gravi ripercussioni sulla vita sociale delle persone»
LUGANO – C’è chi ha investito negli OneCoin e adesso, complice l’arresto del bulgaro che li ha lanciati, rischia di trovarsi con un pugno di mosche. Di recente sarebbero state fatte anche alcune segnalazioni alla polizia cantonale. C’è chi ha investito su altre criptomonete, creando un buco milionario, e arrivando a tentare di togliersi la vita. C’è chi ha cercato di fare l’affarone, cadendo in una trappola del web, e ora si ritrova col rischio di pignoramento della casa. Nella Svizzera italiana si moltiplicano i casi di persone che finiscono nei guai a causa delle monete virtuali. «Forse perché in un momento di crisi – ipotizza l’economista Christian Marazzi – la gente si lascia incantare dal fascino di una possibile ricchezza rapida».
Non solo Bitcoin. Le criptovalute al mondo sono oltre duemila. Perché la gente le acquista?
«Perché sono misteriose, seducono per il fatto di essere slegate dal sistema monetario centralizzato. Rappresentano una metafora del mondo digitalizzato».
Il suo “collega” Sergio Rossi ha da sempre attaccato le criptomonete. Lei come la pensa?
«Sarei più moderato. Se ci si affida a persone veramente competenti, forse c’è la possibilità di fare dei veri affari. È chiaro che la bolla speculativa c’è stata. Magari uno su un milione ce la fa. E gli altri restano a bocca asciutta».
Persone comuni che si lanciano in ambiti tanto complessi. Non le sembra un paradosso?
«Io stesso, per capirci qualcosa, inizialmente ho dovuto studiare molto. Sono cose difficili da capire. Un po’ come era accaduto una decina di anni fa con la questione dei subprime americani. Nessuno sapeva veramente cosa fossero. Neanche chi li vendeva».
Tornando alle criptovalute. Sul web compaiono offerte che ti fanno sognare una vita da favola. E in Ticino si aggirano personaggi che promettono mari e monti...
«Le persone più ingenue sono quelle ovviamente più a rischio. In tanti sognano una vita migliore. E quindi ci cascano. Qui siamo ai limiti del gioco d’azzardo, comunque. In Ticino ci sono già circa tremila giocatori compulsivi».
La criptovaluta rappresenta la nuova frontiera del gioco d’azzardo?
«In un certo senso sì. Con gravi ripercussioni sulla vita sociale delle persone. Una volta in cui una persona entra in certe logiche, è difficile che ne esca. I valori delle criptomonete variano in continuo. Ci sono persone che sono costantemente collegate al web per vedere questi mutamenti. In un momento ti senti ricco, in un altro ti senti povero. Sono situazioni schizofreniche».
È un mondo da evitare dunque?
«Non per forza. Lo si può affrontare con cognizione di causa. E con un duplice sguardo. Le criptomonete sono legate in qualche modo anche alla blockchain, un sistema sicurissimo di scambio di dati. Questa è un’applicazione interessante. Non tutto va demonizzato, dunque».