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CANTONE / SVIZZERAL’appello degli ex magistrati ticinesi: «Meno mitragliatori, meno crimini»

01.05.19 - 20:11
Una presa di posizione congiunta conferma il sostegno alla legge in votazione il 19 maggio: «Tutte e tutti dobbiamo prevenire i rischi»
Keystone (archivio)
L'appello è stato firmato da Bruno Balestra, Paolo Bernasconi, Mario Branda,Luigi Mattei, Edy Meli, Marco Mona, John Noseda, Renzo Respini, Emanuele Stauffer e Giordano Zeli.
L'appello è stato firmato da Bruno Balestra, Paolo Bernasconi, Mario Branda,Luigi Mattei, Edy Meli, Marco Mona, John Noseda, Renzo Respini, Emanuele Stauffer e Giordano Zeli.
L’appello degli ex magistrati ticinesi: «Meno mitragliatori, meno crimini»
Una presa di posizione congiunta conferma il sostegno alla legge in votazione il 19 maggio: «Tutte e tutti dobbiamo prevenire i rischi»

BELLINZONA - «Tutte le autorità federali e cantonali responsabili per la lotta anticrimine sostengono la nuova legge federale sulle armi». A sottolinearlo sono gli ex magistrati penali Bruno Balestra, Paolo Bernasconi, Mario Branda, Luigi Mattei, Edy Meli, Marco Mona, John Noseda, Renzo Respini, Emanuele Stauffer e Giordano Zeli che in una presa di posizione confermano il proprio sostegno alla Legge federale sulle armi in votazione il prossimo 19 maggio.

Come Magistrati dell’Ordine giudiziario penale, si legge, «abbiamo tutti avuto esperienza di bande criminali e di rapinatori che si sono rifornite di armi nei negozi svizzeri», abusando delle «tradizioni di libertà» del Paese. Abusi che per gli ex magistrati «continueranno» in caso di mancata approvazione del divieto (per il commercio di fucili per il tiro a raffica e di fucili semiautomatici nonché di tiro a raffica) previsto dalla nuova legge.

Troppi criminali hanno «scavalcato le regole svizzere, usando compiacenti intermediari incensurati oppure documenti di identità falsificati. Hanno facilmente trasformato fucili semiautomatici in fucili a raffica», proseguono gli ex magistrati, ricordando la recente strage di Christchurch (e l’immediata approvazione del medesimo divieto in Nuova Zelanda) e lanciando un appello alla responsabilità personale: «Tutte e tutti dobbiamo prevenire i rischi come quello corso dagli studenti della Scuola cantonale di commercio di Bellinzona lo scorso mese di maggio e i rischi che affrontano giorno e notte gli agenti della Polizia e del Corpo delle guardie di confine. Sono loro in pericolo, e non la caccia e il tiro sportivo.»

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