Il bilancio dei primi tre anni del centro culturale parla di oltre 250’000 presenze all’anno. Badaracco: «E stiamo educando il pubblico del futuro»
LUGANO - «È ora di finirla con le polemiche sul LAC e sulla cultura! Bisogna capire che questo centro culturale è un punto forte per la nostra città». Così Roberto Badaracco, presidente del Consiglio direttivo del LAC, alla presentazione dei primi tre anni di attività della struttura. Tre anni in cui - lo mostrano le cifre - il centro culturale ha ottenuto «un risultato eccezionale, che va al di là delle nostre aspettative».
Si parla di oltre 250’000 presenze all’anno. Un numero pari a circa quattro volte la popolazione di Lugano, che di fatto affianca il LAC a realtà di riferimento a livello svizzero come l’Opernhaus di Zurigo o il Kunstmuseum di Basilea. Strutture, queste, che tuttavia avrebbero un bacino d’utenza primario ben più ampio di quello ticinese.
Il museo fa il pieno - Nello specifico, le esposizioni temporanee del MASI raccolgono il 34% del pubblico complessivo. Mentre il cartellone di teatro e danza il 21%, la musica classica il 12% con le rassegne di LuganoMusica e i concerti dell’OSI. Nella sala teatro il tasso d’occupazione medio è del 71% per le rappresentazioni teatrali. E dell’81% per i concerti.
Pubblico ticinese per il teatro - Soprattutto le mostre riescono a portare a Lugano visitatori provenienti da oltre San Gottardo e dall’estero (in particolare dalla vicina Italia). Infatti al MASI soltanto un terzo delle presenze è ticinese. Un fenomeno completamente diverso si rileva nell’ambito delle arti sceniche, dove il pubblico proviene prevalentemente (e qua si parla del 90%) dalla regione. «È un fenomeno che fa parte delle dinamiche culturali e che si osserva anche altrove: l’attività di una sala teatro colpisce di più la regione» spiega Badaracco, che inoltre non esclude che per il pubblico italiano possa giocare un ruolo anche il costo dei biglietti. Per il teatro, tra l’altro, si parla di un tasso particolarmente basso di biglietti omaggio (si tratta del 3-4%).
La cultura «lingua per tutti» - Il direttore del LAC Michel Gagnon osserva, inoltre, che l’attività del centro culturale «va incontro a tutti». E non si parla soltanto della varietà delle rassegne, che prevedono eventi per tutti i gusti. Ma anche e soprattutto della mediazione culturale, e quindi delle attività educative rivolte ai giovanissimi e agli adulti. «Senza la mediazione culturale - aggiunge Badaracco - un centro culturale come il nostro non potrebbe andare avanti». L’obiettivo è di rendere comprensibile a tutti la lingua della cultura. «Se riusciamo ad avvicinare i giovani alla culturale, al LAC avremo sempre successo».
Verso nuove frontiere - E ora si guarda al futuro, e quindi al prossimo mandato di prestazione, che nei prossimi giorni passerà dal Municipio. Non si svela ancora nulla, rimandando il tutto a una imminente conferenza stampa. Ma - lo dice Luigi Di Corato, direttore Divisione attività culturali della Città - «l’attività del LAC era partita basandosi su un’analisi che non aveva dati concreti, mentre ora c’è uno storico che ci può portare verso nuove frontiere di sviluppo».
La pace con Finzi Pasca - Nell’ambito della presentazione del rapporto d’attività 2016-2018, si è accennato anche alla presenza della Compagnia Finzi Pasca al LAC. Una questione che aveva tenuto banco sui media negli ultimi mesi dello scorso anno. Quale futuro dunque per Finzi Pasca al LAC? Prematuro parlarne ora, sottolinea Badaracco, che però afferma che nelle trattative c’è un nuovo clima, «con voglia di collaborazione e di arrivare a una soluzione condivisa da tutti, senza fare inutile chiasso sui giornali».