Quando un diploma in tasca non assicura un impiego. Due testimonianze
LUGANO/ZURIGO - Tamara* ha un master in slavistica e uno in Business Communication. Ma da due anni è in cerca di un lavoro. Francesco* si è diplomato in ingegneria meccanica, ma gli vengono offerte retribuzioni «ridicole». Questi sono solo due dei laureati che faticano a sbarcare il lunario. Secondo i più recenti dati dell’Ufficio federale di statistica, nel 2016 il 4,8% dei detentori di un master a un anno dalla conclusione degli studi era ancora disoccupato. Va meglio a chi si laurea in medicina, farmacia e materie tecniche, dove il tasso di disoccupazione è più bassa. Mentre è del 6,5% nelle scienze umane.
*nomi di fantasia
«Mi sento imprigionata in questa situazione»
ZURIGO - Ha concluso due percorsi accademici, ma non riesce comunque a trovare un impiego. Per non finire in assistenza, accetta lavori a termine nella ristorazione o nell’ambito di eventi. «Mi sento imprigionata in questa situazione». È la storia di Tamara*, che ormai è disperata. Da oltre due anni è in cerca di un posto di lavoro. E nonostante le sue qualifiche non riesce a trovare l’impiego che cerca. La 37enne ha ottenuto un master in slavistica all’Università di Zurigo, poi ha lavorato diversi anni al politecnico e allo stesso tempo ha assolto un master in Business Communication. Da allora cerca di entrare nel settore della comunicazione. Senza successo. «Ho presentato oltre duecento candidature. E ho fatto molti sforzi. Innumerevoli volte ho adattato il mio curriculum e la mia lettera di motivazione. Ho affrontato molti colloqui. Alla fine il posto va però sempre a qualcun altro». Dallo scorso autunno non ha più diritto all’indennità di disoccupazione. E da allora fa di tutto per non finire in assistenza, vivendo al di sotto del minimo esistenziale.
* nome di fantasia
Quelle offerte di lavoro «che dire ridicole è poco»
LUGANO - Dopo il master in ingegneria meccanica alla Supsi, Francesco* ha cercato un lavoro che rispondesse alle sue aspettative per oltre un anno. Nel frattempo ha lavorato per soli 3’000 franchi al mese per un 100% nel Luganese e scartato diverse altre offerte «che dire ridicole è dire poco». Come ingegnere per il controllo qualità a 2’500 franchi al mese, per esempio, rifiutato insieme ad altre due proposte economicamente assai modeste. Ora lavora nel Sopraceneri, in una posizione non ingegneristica: «Ma sono contento comunque». E la paga «va bene»: «Ho sempre cercato nel Sottoceneri, poi mi sono reso conto che cercare da Lugano in giù vuol dire perdere tempo», afferma. Una soluzione a queste situazioni potrebbero essere secondo lui i contratti collettivi di lavoro: «Danno delle certezze anche se mi rendo conto che possono mettere in difficoltà alcune aziende». Ma quelle che gli hanno offerto posti da ingegnere a 2’500 franchi al mese sembravano tanto in difficoltà? Francesco fa l’esempio di una ditta di Rancate che era pronta ad assumerlo a quella cifra: «Nel parcheggio dei titolari c’erano un Porsche e una Ferrari. Magari non erano loro, ma erano proprio lì…».
* nome di fantasia