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Un'annata nera

Rapine. Omicidi. Tentativi di simulare una strage. Stupri. Violenti liti in autostrada. E chi, tormentato dai rimorsi, confessa un delitto. Sotto i riflettori un anno di cronaca nera ticinese
Rapine. Omicidi. Tentativi di simulare una strage. Stupri. Violenti liti in autostrada. E chi, tormentato dai rimorsi, confessa un delitto. Sotto i riflettori un anno di cronaca nera ticinese

BELLLINZONA - Partiamo dalla notizia positiva. Lo scorso anno le rapine in Ticino sono diminuite. Ce ne sono state 33. L’anno prima erano 49. E se paragoniamo la situazione all’ultimo decennio la media è scesa notevolmente. Questo almeno stando ai dati particolareggiati diffusi oggi dalla polizia cantonale. Rapine dove in due casi su tre è stata utilizzata la forza fisica, solo in un caso su dieci è stata usata un’arma da fuoco. La particolarità dello scorso anno è che c’è stata solo una rapina nelle stazioni di servizio, dopo l’impennata del 2017. Un calo dovuto, viene spiegato nel bilancio della polizia cantonale, ad alcuni arresti effettuati in collaborazione con le autorità italiane.

La polizia è riuscita a individuare gli autori in almeno il 67% delle rapine: 56 autori materiali. Dei 42 identificati, 41 sono stati arrestati. Per quanto riguarda invece gli omicidi, lo scorso anno se ne conta uno, rispetto ai tre dell’anno precedente.

Foto lettore TioEra il 19 febbraio. La polizia ferma quattro persone a Pregassona e a Loreto.Sono i membri di una famosa banda di rapinatori denominata "Pink Panthers": stavano per colpire una gioielleria

I Pink Panther - Nel 2018 l’operazione più complessa, che ha visto coinvolti numerosi partner (Polizie cantonali, Guardie di confine, Polizie comunali e Polizie estere), è stata quella che ha portato al fermo, poco prima che entrassero in azione, di importanti esponenti della nota banda internazionale dei Pink Panther, pronta a colpire in centro a Lugano. I quattro autori, provenienti dai Balcani, erano già noti per rapine commesse non solo in Europa. 

Rescue MediaLa rapina a Canobbio nel luglio del 2018

A luglio a Canobbio è stato rapinato l’Ufficio postale. Un uomo, giunto a bordo di uno scooter, entrò nell’ufficio indossando il casco e, dopo aver minacciato con una pistola la dipendente presente allo sportello, si fece consegnare il denaro, dandosi poi alla fuga. Il rapinatore minacciò anche un cliente.

 

Arrestato dopo 11 anni - Gli inquirenti sono riusciti pure a risolvere un vecchio caso, risalente al 2007, relativo a una rapina in abitazione a Minusio dove l’autore, a viso scoperto, aveva infierito ripetutamente sulle anziane vittime con un coltello. Il responsabile, un cittadino rumeno in detenzione per furto in Germania, è stato identificato, estradato in Ticino e quindi condannato grazie all’analisi di una traccia di DNA, resa possibile da nuovi progressi tecnico-scientifici. Il fatto avvenne nella tragica notte del 24 maggio, verso le 5.50. Il rumeno si introdusse in un’abitazione di via alla Riva per compiere una rapina. Forzò la portafinestra, la ruppe ed entrò in casa dove trovò un uomo e una donna, i quali furono aggrediti dal malvivente con un coltello e infine derubati. Il ladro fece perdere subito le proprie tracce. Su di lui venne spiccato un mandato di cattura internazionale. 

Omicidi, violenza, e stupri

Sulla  base della classificazione fatta dalla statistica criminale sono calati nello scorso anno anche i reati violenti: il calo è stato del 5%, registrando 1'666 casi. Anche i reati gravi sono diminuiti da 72 a 55 (-24%). Fra questi figurano gli omicidi e i tentati omicidi: ce ne sono stati 15, con un calo del 46%. Le violenze carnali sono state sette (-53%). Sono aumentate invece le lesioni personali gravi (33, +18%).

Rescue Media6 luglio. Incendio nel villino e corpo semicarbonizzato di una ottantenne, deceduta nell'incendio. L'autore del delitto: suo nipote

L'omicidio di Caslano - Lo scorso anno si è registrato un solo omicidio: a Caslano, nel mese di luglio, l’anziana proprietaria di un’abitazione è stata uccisa con diversi colpi inferti al capo e il cadavere è poi stato bruciato simulando un incendio. Nelle ore successive è stato arrestato il nipote di 23 anni. Il giovane nella notte del 6 luglio colpì la donna al capo con un oggetto contundente per poi appiccare le fiamme all'abitazione. In sede di interrogatorio, il giovane ammise i fatti. Le ipotesi di reato a suo carico furono quelle di assassinio, subordinatamente omicidio intenzionale, turbamento della pace dei defunti, incendio intenzionale e contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti. 

 

 

Archivio TipressTentativo di strage alla Commercio di Bellinzona. Arrestato un 19enne il 10 maggio

Tentativo di strage alla Scuola cantonale di Commercio di Bellinzona - In maggio una segnalazione proveniente da un istituto scolastico del Bellinzonese ha portato al fermo presso la sua abitazione di uno studente 19enne e al rinvenimento di diverse armi da fuoco (fucili e pistole) e munizioni. Il giovane progettava di compiere una strage a scuola. Aveva  obiettivi precisi: colpire i docenti e forse anche compagni di scuola.  Le armi trovate a casa del giovane furono una ventina. Sui social network il ragazzo aveva mostrato interesse verso le armi da fuoco e il diritto di possederne, attraverso la condivisione (retweet) o la pubblicazione di post.  Il giovane fu portato alla Clinica psichiatrica cantonale di Mendrisio in stato di arresto.

Violenta litigata in autostrada e quasi ci scappa il morto - La maggior parte dei tentati omicidi si è consumata in ambito famigliare. Fa eccezione l’episodio occorso in gennaio sull’autostrada A2 in territorio di Gorduno. Gli occupanti di due veicoli, dopo varie manovre azzardate, si sono fermati sulla corsia di emergenza dove è scoppiato un violento alterco, terminato con il ferimento a colpi di forbice di due uomini.  I protagonisti - un 32enne kosovaro e due cittadini albanesi di 34 e 41 anni - non si conoscevano. L’aggressione è avvenuta con un paio di forbici, che erano nel cruscotto della vettura. Le due vittime, colpite una al petto e una al braccio, erano in gravi condizioni.

TipressL'omicidio avvenne a luglio del 2016. Ma l'autore confessò solo a luglio del 2018

Tormentato dai rimorsi confessa l'omicidio - Nel corso dell'anno un uomo si è costituito, accusandosi dell’assassinio della ex moglie rinvenuta cadavere nel luglio 2016 nel proprio appartamento di Monte Carasso. Anche l’attuale moglie, una cittadina russa di 39 anni, è stata arrestata in relazione a quanto avvenuto. È sospettata di aver istigato l’uomo a commettere il gesto. Inizialmente il progetto era di trovare un sicario in Patria, ma poi si decise di agire in prima persona. Entrambi avrebbero congegnato di simulare un suicidio, verosimile visti i problemi depressivi di cui soffriva la donna. Anche la tecnica sarebbe stata concordata da entrambi: farle perdere i sensi premendo con il pollice sul collo per poi tagliarle le vene. Tutto per evitare di versarle i 3'400 franchi al mese di alimenti che dal giugno del 2016 la pretura aveva deciso di trattenere dal salario dell’uomo. Un mese più tardi il 49enne nello zaino mise guanti di lattice, taglierino e il resto dell'occorrente. Con del vino la stordì per poi simulare il suicidio. Ad aspettarlo a Varenzo c’era la 39enne. Il 49enne è reo-confesso. È stato lui a costituirsi lo scorso maggio e a rivelare i retroscena del delitto.

 Prostituzione

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Per quanto riguarda l’attività della Sezione TESEU, le persone che nel 2018 si sono annunciate per l’esercizio della prostituzione sono state 295. Le nazionalità più rappresentate sono quella rumena (56%), italiana (32%) e spagnola (3%). Quelle attive giornalmente sono stimate in circa 320. Nel corso dei controlli di polizia, effettuati sia nei locali autorizzati sia negli appartamenti situati su tutto il territorio cantonale, in particolare nel Sottoceneri, è stata verificata la posizione di 278 persone, di cui 9 denunciate per esercizio illecito della prostituzione per aver omesso di annunciarsi alla Polizia cantonale o per aver praticato la prostituzione in luoghi non autorizzati, e 12 per infrazione alla Legge sugli stranieri. Le verifiche e i regolari contatti con le persone attive in questo ambiente hanno permesso di individuare alcune potenziali vittime di tratta d’esseri umani o di sfruttamento della prostituzione. In un caso dagli accertamenti è stato possibile avviare un’inchiesta penale nei confronti degli autori. In altre due circostanze la vittima non ha voluto procedere con la denuncia e pertanto, in collaborazione con gli enti cantonali e la Croce Rossa, è stata avviata la procedura per l’aiuto al rientro. I locali autorizzati dalle autorità comunali alla prostituzione sono saliti a 8. Il numero degli appartamenti attivi, a disposizione delle professioniste del sesso, è stabile e stimabile in 95 unità. Inoltre sono presenti 10 saloni di massaggio erotico, dove lavorano circa 30 persone.  

 

Caporalato

TipressArrestate due persone mentre altre otto sono state denunciate a piede libero

È proseguita l’attività d’inchiesta contro il fenomeno dello sfruttamento della forza lavoro (“caporalato”). La Polizia cantonale ha collaborato con il Ministero Pubblico, i sindacati, le commissioni paritetiche, l’Ufficio dell’ispettorato del lavoro e l’Ufficio sorveglianza mercato del lavoro nell’analisi delle informazioni e nel perseguimento penale. Per reati quali l’usura, l’estorsione, la truffa, la falsità in documenti, l’infrazione alla Legge federale sull’assicurazione contro la disoccupazione e le infrazioni alla Legge sugli stranieri, sono state arrestate 2 persone mentre altre 8 sono state denunciate a piede libero. Sono una quarantina invece le vittime identificate.

Infine, il lavoro del Gruppo Interforze Repressione Passatori (GIRP) è proseguito per quanto concerne il monitoraggio del fenomeno dello sfruttamento dei flussi di migranti clandestini e dei richiedenti l’asilo. A seguito delle misure messe in atto da parte dell’Unione Europea, il numero di fermi e di controlli nonché delle indagini condotte ha subito una notevole riduzione. Sono state denunciate 21 persone per infrazioni alla Legge sugli stranieri e meglio per aiuto all’entrata e al soggiorno illegale, 18 delle quali arrestate. Le indagini hanno inoltre permesso di denunciare 9 persone anche per il reato di usura. 


Appendice 1

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Foto lettore TioEra il 19 febbraio. La polizia ferma quattro persone a Pregassona e a Loreto.Sono i membri di una famosa banda di rapinatori denominata "Pink Panthers": stavano per colpire una gioielleria

Rescue MediaLa rapina a Canobbio nel luglio del 2018

Rescue Media6 luglio. Incendio nel villino e corpo semicarbonizzato di una ottantenne, deceduta nell'incendio. L'autore del delitto: suo nipote

Archivio TipressTentativo di strage alla Commercio di Bellinzona. Arrestato un 19enne il 10 maggio

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