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CANTONELIA, l'ex Commissione di vigilanza contro Zali: «La colpa è sempre degli altri»

30.03.19 - 10:46
Le giustificazioni del Direttore del Dipartimento del Territorio sul fallimento della legge sugli artigiani non vanno giù ai membri incaricati di applicarla: «Non ci siamo proprio»
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Lo stupore degli ex membri della Commissione di vigilanza LIA: «I progetti concreti non vengono sostenuti»
Lo stupore degli ex membri della Commissione di vigilanza LIA: «I progetti concreti non vengono sostenuti»
LIA, l'ex Commissione di vigilanza contro Zali: «La colpa è sempre degli altri»
Le giustificazioni del Direttore del Dipartimento del Territorio sul fallimento della legge sugli artigiani non vanno giù ai membri incaricati di applicarla: «Non ci siamo proprio»

LUGANO - È tempo di campagna elettorale ed ovviamente anche tempo di bilanci. È così che, per l'onorevole Claudio Zali, uno dei tasti più battuti è certamente quello che riguarda l'affossamento della Legge sulle imprese artigianali, nota anche come LIA. Hanno quindi suscitato stupore e contrarietà, da parte degli ex membri della Commissione di vigilanza incaricata di far rispettare questa legge, alcune dichiarazione del Direttore del Dipartimento del Territorio, proprio in riferimento al tema della LIA.

«Colpe ad altri» - «Ancora una volta il Consigliere di Stato si è distinto nell’attribuire ad altri la colpa del fallimento del progetto LIA - sottolineano i membri dell'ex Commissione -. In primis, come già in passato, alla Commissione di vigilanza LIA, rea a suo dire di aver applicato legge e regolamento in modo (troppo) fiscale; affermazione senz’altro sconcertante, in particolare se a farla è un uomo di legge».

«Allibiti» - A tale proposito, la suddetta Commissione ci tiene quindi a sottolineare di non aver fatto altro che «applicare quanto indicato nella legge e nel regolamento». «Legge che - proseguono i suoi membri -, secondo le ultime dichiarazioni, sarebbe stata imposta all’on. Zali dal Parlamento, attraverso un’iniziativa parlamentare, e avrebbe per questo limitato i margini di manovra per il direttore del Dipartimento del territorio. C’è da rimanere allibiti!».

«Poteva manifestare le sue riserve» - Secondo l'ex Commissione di vigilanza, Zali «avrebbe potuto – se lo avesse voluto – manifestare le sue riserve giuridiche nei confronti del progetto di legge, negando l’adesione del Governo al medesimo, e il tutto si sarebbe bloccato».

«Al contrario - si prosegue -, nel messaggio governativo no. 6999 dell’11 novembre 2014, redatto dal Dipartimento del territorio, si legge contestualmente che la LIA è perfettamente in linea con le condizioni stabilite dal diritto superiore e segnatamente dalla Legge federale sul mercato interno (LMI)». «Giova pure ricordare che il regolamento di applicazione della legge è stato concepito e redatto dal Dipartimento dell’on. Zali e non da chissà chi».

«Colpa al popolo» - Come sottolineano tutti i membri dell'ex Commissione, in tutta la faccenda della LIA vi sarebbe inoltre, secondo l’on. Zali, anche un terzo responsabile: il popolo Svizzero. «Che ratificando gli accordi bilaterali CH-UE ha accettato anche la libera circolazione delle persone. Abolendo, come vorrebbe l’UDC con la sua iniziativa, la libera circolazione, il tutto si aggiusterebbe».

«Simili argomentazioni da parte di un magistrato sono a dir poco sconcertanti... - si incalza -. E dire che la LIA – a fini politici – andava bene anche al nostro Consigliere di Stato: dalle colonne de “Il Mattino” di qualche anno fa si sosteneva infatti trionfalmente di aver trovato la soluzione all’invasione dei padroncini!. No, non ci siamo proprio».

Aspettative differenti - Le aspettative dei membri dell'ex Commissione, insomma, erano ben diverse: «Ci saremmo aspettati un approccio differente: non un “saltare giù dal carro” alla prima sentenza del Tram e alle contestazioni della COMCO, ma bensì un’offensiva politica seria, in particolare nei confronti della COMCO che, fino a prova contraria, non è il padreterno in materia di concorrenza». «Se i funzionari della COMCO, nella loro torre d’avorio di Berna, non si rendono conto della realtà economica e sociale del Ticino, è lecito attendersi un intervento da parte del Governo cantonale nei confronti del Consiglio federale, ad esempio per esplorare le possibilità date dall’articolo 3 della Legge federale sul mercato interno (LMI) che attribuisce ai Cantoni, in condizioni di difficoltà, la facoltà di emanare disposizioni a protezione della propria economia».

«Invece nulla - si conclude -, come nulla pure da parte dell’on. Zali a proposito del progetto di LIA bis (iniziativa parlamentare elaborata “Istituzione di un albo delle imprese artigianali”). L’on. Zali e il Governo sono rimasti silenti, per buona pace delle grandi dichiarazioni a sostegno dell’economia e della creazione di occupazione di cui, in queste settimane di campagna elettorale, tutti si riempiono la bocca. I progetti concreti, quelli che effettivamente apportano valore aggiunto e indotto al settore e all’intera economia cantonale, quelli non vengono sostenuti. C’è da sperare che i cittadini ticinesi riflettano quando depositeranno la scheda nell’urna».

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COMMENTI
 

Mattiatr 5 anni fa su tio
Inutile puntare il dito contro uno solo. Questa legge è stata pensata, realizzata e votata da più persone. Basta fare come in Italia che si cerca la testa da tagliare per salvare quella degli altri, stessa cosa con Beltraminelli e Gobbi. Chi non fa nulla non sbaglierà mai, io non voto persone che non sbagliano ma persone che fanno. In questo caso la mossa più elegante per Zali sarebbe stata quella di fare una lista di chi ha proposto la Lia, chi l'ha sviluppata e chi l'ha votata.

vulpus 5 anni fa su tio
Ragazzi , sapete che l'orgoglio e l'impermalosità abbonda in tutti noi:potevate ben aspettare dopo le lezioni a criticare un consigliere di stato, che appare oramai a piena pagina quotidianamente. Alcuni correttmente hanno dato le dimissioni dai posti di lavoro nel pubblico per fare campagna. Questi signori , invece sono bellamente pagati dai cittadini, mascherando confernze stampe, incontri, aperitivi usw

Gus 5 anni fa su tio
Per Zali (e i leghisti in generale) la colpa sembra sempre essere degli altri
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