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CANTONE“Capretti” e “candidati" fanno boomerang sui social

27.03.19 - 07:00
Dalla macelleria ai politici, l’esperto di comunicazione spiega come manchi oggi la consapevolezza sui valori identitari che uno vende. Con conseguenze non volute
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“Capretti” e “candidati" fanno boomerang sui social
Dalla macelleria ai politici, l’esperto di comunicazione spiega come manchi oggi la consapevolezza sui valori identitari che uno vende. Con conseguenze non volute

LUGANO - «I “like” sono stati decisamente più numerosi dei commenti negativi» ribatte convinto Giorgio Campora, il titolare di una rinomata macelleria a Bioggio, commentando la pioggia di critiche ad un suo annuncio pubblicitario sui social. Sbocciano le primule, germoglia il lattughino e puntuale rispunta la polemica su capretti e agnelli a tavola.

La piattezza urlata - Dai “capretti” a pezzi, ai volti dei candidati pronti allo scannatoio del voto, l’autopromozione è social. «È la corsa a chi urla di più» commenta Marco Tanner, docente di comunicazione visiva alla Swiss Management School e alla Supsi. «Ma si sta perdendo l’identità di marca sostituita da un appiattimento dell’informazione. Anche in politica. Posso studiare la storia, la tradizione, le visioni e il posizionamento di una marca. Ma non ho ancora fatto comunicazione, che significa scegliere i vettori ideali e i contenuti da veicolare al target. Senza farsi male da soli».

Cosa ci differenzia - In mano a non professionisti la comunicazione, anche quella sui social, più trasformarsi in autogol: «Oggi le campagne si misurano a colpi di clic e follower, ma poi qual è il ritorno economico? È sempre più difficile misurare l’impatto di una campagna» dice l’esperto. «Perdere l’identità - prosegue - significa smarrire la specificità tra un attore e l’altro. Ognuno coi suoi valori specifici in grado di differenziarlo dalla massa. A discolpa del macellaio devo dire che i boomerang elettorali sono molto più numerosi».

L’ultima parola - Macellaio che però, un attacco al suo post ci tiene a respingerlo. Quello sull’origine dei suoi prodotti: «Mi sono permesso di proporre un mese prima il capretto francese ed apriti cielo. Ma - ribatte Campora - sono forse l’unica macelleria che a Pasqua vende capretti davvero nostrani». Prima i nostrani… è slogan che troverà tutti d’accordo. Ehm, animalisti a parte.

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