Presentato il bilancio di attività 2018 della polizia cantonale. Meno incidenti, arresti e persone controllate, più interventi per furto. La centrale riceve due chiamate al minuto
BELLINZONA - «Dal 2011, quando è arrivato il comandante Cocchi a capo della polizia cantonale, il Ticino è più sicuro e speriamo anche più accogliente». È la conclusione a cui è giunto il direttore del Dipartimento delle istituzioni (DI) Norman Gobbi a margine della conferenza stampa di presentazione del bilancio 2018 della polizia cantonale. «Pur essendo a ridosso di un confine di Stato, questo cantone ha un tasso d’incidenza dei reati penali pari ad altri cantoni. Non è un caso, ma il frutto di un lavoro costante». E proprio questa costanza viene portata avanti con impegno secondo il consigliere di Stato: «La sicurezza è un compito proattivo, non bisogna lasciare niente al caso ma prevedere alcuni fenomeni». E «anticipare le tendenze è uno dei compiti che la polizia cantonale ticinese ha voluto incarnare nella propria essenza».
Tra gli interventi più significativi del 2018 viene sicuramente menzionata la sventata strage alla Scuola cantonale di Commercio di Bellinzona. «Possiamo dire che abbiamo risolto un problema prima che si verificasse», ha sottolineato il comandante Matteo Cocchi.
I traguardi raggiunti - Lo scorso anno è stato dato seguito all’esigenza di essere più trasparenti con i controlli di velocità. Molto lavoro è stato svolto anche nell’ambito della prevenzione per ridurre i rischi, «uno dei compiti essenziali demandati alla polizia cantonale». Gobbi ha posto l’accento pure all’incremento della sicurezza negli stadi, «per mettere pressione alle frange violente della tifoseria» e, aggiunge, «di grossi problemi a margine di partite di hockey non ce ne sono stati». Gli obiettivi della scorsa estate sono stati raggiunti. «Ma non ci fermiamo qui», ha concluso il direttore del DI.
Gli interventi - La centrale d’allarme riceve in media una chiamata ogni due minuti. Nel 2018 sono state 256’569. «Oggi chi telefona al 117 ha delle risposte più celeri», ha precisato il comandante. Lo scorso anno sul territorio ticinese ci sono stati 3’752 incidenti (-3%). Gli arresti sono stati 857, con un calo del 7,7%. La polizia è intervenuta 1’681 volte per furto e sono diminuiti i controlli alle persone (76’625, con il 6,5% in meno). Quasi tutti i cantieri in Ticino sono stati controllati, soprattutto quelli più grossi. Su 2’653 persone controllate, ne sono state trovate 123 non in regola. 42 datori di lavoro sono stati denunciati (con un aumento del 16%). Matteo Cocchi ha voluto ricordare «il compito demandato da parte della politica di controllare i lavoratori esteri sul nostro territorio».
Diminuiscono i reati - I reati al codice penale registrati dalla polizia cantonale nel 2018 sono stati 13’558, con una riduzione del 4% rispetto all’anno precedente. Il 70% di questi è legato ai furti. I reati contro la legge sugli stupefacenti sono stati 3’439 (-9%). C’è stata una relativa costanza del fenomeno negli anni, con un picco nel 2017 legato all’aumento dei controlli per l’introduzione della canapa light. 854 sono stati i reati alla Legge sugli stranieri, in calo rispetto al 2017 del 17%. I reati contro la libertà personale sono aumentati del 4%, «ma abbiamo raggiunto una relativa stabilità», ha voluto sottolineare Paolo Bernasconi, collaboratore scientifico della Polizia cantonale. Il confronto con i dati svizzeri mostra un’inferiorità dei reati commessi in Ticino rispetto alla media della Confederazione, «frutto di una politica chiara di miglioramento delle condizioni quadro per quanto riguarda la sicurezza», secondo Norman Gobbi.
Furti e truffe - Per quanto riguarda i furti, le tendenze sono praticamente identiche rispetto al resto della Svizzera, con delle incidenze più basse rispetto al resto della Confederazione. Stesso discorso per i furti con scasso, anche se negli ultimi due anni in Ticino c’è stata una diminuzione più importante, grazie alla prevenzione. Il lavoro svolto contro le rapine nelle stazioni di servizio nell’ultimo anno «ha dato importanti risultati», essendo diminuite. Truffe invece in aumento anche in Ticino, sia nei confronti degli anziani che sul fronte dei reati informatici. «Moltissime truffe agli anziani sono state solo tentate, anche grazie alla sensibilizzazione svolta attraverso i media».
Gli attacchi ai bancomat - Il comandante Cocchi, interrogato sull’argomento, ha voluto allontanare gli allarmismi attorno ai furti ai bancomat, che in Ticino sono già stati tre: «Non è un fenomeno scoppiato nel nostro cantone, ma in tutta Europa. Di conseguenza i tentacoli si sviluppano anche nel nostro territorio. Siamo subito partiti con un’attività di collaborazione con gli italiani. Attualmente vengono portate avanti le analisi, le inchieste ed è prevista la collaborazione anche con altri enti, nonché la messa a punto di dispositivi. Sono fiducioso che anche in questo senso si faranno dei passi avanti».
Il futuro - Per il direttore del DI è importante «portare avanti una collaborazione ancora più stretta con le polizie comunali». Una sfida futura è la specializzazione all’interno dei vari livelli di polizia. «Determinati fenomeni che diventano importanti dovranno essere monitorati costantemente», ha aggiunto il comandante Cocchi. Nel 2020 avverrà l’integrazione del 118 alla centrale comune d’allarme, «per essere ancora più celeri». La condivisione di dati anche fuori dal cantone sarà molto importante, anche per migliorare le statistiche e coordinarsi con chi in altre parti della Svizzera tratta gli stessi problemi (ad esempio i reati economici finanziari). Resta inoltre la volontà di mantenere il passo con le novità informatiche e logistiche. Il contrasto ai cyber-rischi è un obiettivo futuro «a cui dedicare più impegno».
Uno dei problemi «sempre d’attualità» è inoltre la violenza in ogni ambito. «Abbiamo implementato la lotta alla radicalizzazione e all’estremismo violento, anche coinvolgendo settori sensibili come la scuola - ha concluso il direttore del DI -. L’impostazione della lotta alla violenza domestica richiede invece una strategia più precisa che stiamo portando avanti».