Appuntamento in Piazza Dante a Lugano per dire che «il tempo delle discriminazioni è scaduto».
LUGANO - Venerdì 8 marzo alle ore 11.15 in Piazza Dante a Lugano, il Gruppo Donne dell’Unione sindacale svizzera, con il Coordinamento donne della sinistra e altre associazioni, torna a porre l’accento sui diritti delle donne e sulla mancata parità con un’azione pubblica. Per l’occasione è stata creata anche un’animazione mp4 che potete vedere in allegato.
«Basterebbe un solo motivo per alzare la voce - scrive oggi in una nota stampa il Gruppo Donne dell’Unione sindacale svizzera - uno per ogni donna, uno per ogni storia. Uno per ogni affronto subito. Giusto allora che le voci delle donne si alzino per esprimere una collera collettiva. Ogni ora, ogni giorno. Per dire basta a molteplici forme di discriminazioni. Per denunciare abusi, violenze, molestie. Per scardinare comportamenti sessisti. Per unire le parole liberate in una unica voce e rivendicare pienamente: pari opportunità, uguaglianza, giustizia, rispetto, libertà, autodeterminazione. A casa propria. Nel mondo intero».
Per rimettere al centro la questione dirimente dei diritti e dell’uguaglianza, in Svizzera le donne sciopereranno il 14 giugno 2019. E per lo stesso motivo le donne di molti paesi si fermeranno l’Otto marzo, giornata internazionale della donna. Uno sciopero come forma di resistenza e contro tutti i tentativi di mettere a tacere, disciplinare, moralizzare - come sottolinea il collettivo NonUnaDiMeno - il grido altissimo di tutte quelle donne che più non hanno voce.
«L’Otto marzo - continuano - è un giorno che dovrebbe richiamare la resistenza contro le ingiustizie, le oppressioni, le discriminazioni. Che sono esattamente al centro delle lotte che hanno dato vita, all’inizio del Novecento, all’Otto marzo. E che negli anni Settanta era considerato un giorno di lotta rivoluzionaria. Perché il Movimento di liberazione della donna questo ha fatto: ha avviato una vera rivoluzione nelle relazioni e nel paradigma sociale e culturale. A chi rivuole riportare indietro le lancette dell’orologio, noi rispondiamo che indietro non si torna. E che il tempo delle discriminazioni è scaduto».