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LUGANOIl kebabbaro sorprende Re Sbroja: «Vogliamo farlo pentire»

04.03.19 - 12:53
«Nel mio carnevale voglio solo cibi locali». Così aveva sentenziato Peter Artho alla vigilia della risottata del Padiglione Conza. Qualcuno gli ha voluto giocare un simpatico scherzetto
Il kebabbaro sorprende Re Sbroja: «Vogliamo farlo pentire»
«Nel mio carnevale voglio solo cibi locali». Così aveva sentenziato Peter Artho alla vigilia della risottata del Padiglione Conza. Qualcuno gli ha voluto giocare un simpatico scherzetto

LUGANO – Niente kebab nel mio carnevale. Meglio i cibi nostrani. Questo, in sintesi, il pensiero espresso negli scorsi giorni sul proprio giornalino di carnevale da Re Sbroja, alias Peter Artho. Il sovrano del carnevale luganese, con la sua dichiarazione, ha sollevato anche qualche malumore. Il primo a essere contrariato è Erkan Bayrak, il re del kebab sul Ceresio. Il suo negozio qualche anno fa venne clamorosamente incoronato come il miglior ristorante (!) di Lugano da Tripadvisor. «Non trovo corretto ciò che dice Re Sbroja – sostiene –. Il carnevale è fatto anche di diversità. Allora cosa dovremmo fare? Vestirci tutti da re? Essere tutti uguali?»

Un omaggio piccante – Accanto a lui, nella sua bottega di Viale Castagnola, c’è papà Jusuf. Che se la ride. «Questa storia mi suona strana. In fondo al carnevale non ci vanno solo i ticinesi. È una festa in cui si incrociano tante culture». Erkan, sollecitato da Ticinonline/20 Minuti, è deciso a fare uno scherzo al sovrano del carnevale luganese. Come si vede nel video, gli preparerà un kebab speciale. «E anche parecchio piccante. Vogliamo fargli cambiare idea e farlo pentire di quello che ha detto». Dopo un’accurata preparazione, ci porge il sacchettino da recapitare al re. «Ditegli che è un omaggio da parte nostra».

Razzismo alimentare – Al Padiglione Conza, che a causa del tempo incerto diventa il teatro della tradizionale risottata popolare del carnevale luganese, incontriamo Re Sbroja. Lui sorride e scrolla la testa. «In tanti mi hanno frainteso. Il mio era solo razzismo alimentare. Non vero razzismo. È chiaro che il carnevale è la festa di tutti. Ma, trattandosi di una tradizione ticinese, mi piacerebbe che si privilegiassero i cibi locali. Tutto qui. Non volevo offendere assolutamente nessuno».

 

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