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CANTONE / SVIZZERADitte estere, un terzo degli abusi salariali avviene in Ticino

17.02.19 - 15:40
Ogni giorno, in Svizzera, 10 imprese estere vengono sanzionate. Unia: «Le cifre dimostrano che nonostante la Legge sui distaccati, gli abusi non sono calati»
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Ditte estere, un terzo degli abusi salariali avviene in Ticino
Ogni giorno, in Svizzera, 10 imprese estere vengono sanzionate. Unia: «Le cifre dimostrano che nonostante la Legge sui distaccati, gli abusi non sono calati»

BERNA - Quasi 4000 imprese estere attive sui cantieri svizzeri sono state sanzionate lo scorso anno per violazioni delle misure di accompagnamento alla libera circolazione delle persone. Il Ticino è il cantone che ha registrato il maggior numero di abusi in Svizzera: ben il 29% delle sanzioni infatti è stata inflitta a sud della Alpi, stando ai nuovi dati della Segreteria di Stato dell'economia (Seco) pubblicati oggi dal "SonntagsBlick".

Complessivamente nel 2018 sono state inflitte 3954 sanzioni per infrazioni alle Legge federale sui distaccati. Le autorità cantonali di controllo hanno sanzionato in media più di dieci imprese estere al giorno, alcune di loro anche più volte. La Legge sui distaccati fissa le condizioni che le ditte straniere devono rispettare per poter lavorare in Svizzera, in particolare l'obbligo di rispettare i salari e le condizioni di lavoro fissate nei contratti collettivi e nei contratti normali. A 2965 società è stata inflitta una multa e a 1035 è stato imposto il divieto di operare in Svizzera per un determinato periodo, precisa il SonntagsBlick.

«Queste cifre dimostrano che gli abusi non sono calati», ha detto Nico Lutz, responsabile del settore edilizia al sindacato Unia al domenicale. A suo avviso è quindi incomprensibile che il Consiglio federale, nell'ambito dell'accordo quadro con l'Ue, voglia indebolire le misure di accompagnamento. «Con meno controlli, una riduzione del termine di annuncio e meno cauzioni avremmo ancora più problemi», ha aggiunto.

Il 34% delle imprese sanzionate lo scorso anno proviene dalla Germania e il 30% dall'Italia. Seguono a distanza Francia e Svizzera (entrambe 6%), Polonia (5) e Austria (3%). Quanto ai cantoni in cui operavano le ditte colte in fallo, il Ticino si piazza in testa alla classifica con il 29% del totale. Seguono poi Zurigo con il 20%, Berna con il 13%, Argovia con il 7% e Basilea Città con il 6%. Secondo Lutz le notevoli differenze cantonali si spiegano, non solo con la vicinanza alla frontiera, ma anche con la severità delle autorità cantonali di controllo. Negli ultimi anni, ha spiegato, è stato imposto in 19 casi il divieto di operare in Svizzera per cinque anni, la sanzione massima. In ben 16 di questi casi la "pena" è stata inflitta dalle autorità di Basilea Città.

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