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CANTONEQuando il cittadino si attiva contro l’estremismo e la radicalizzazione

01.02.19 - 06:02
La piattaforma interdisciplinare cantonale partita lo scorso autunno ha per ora ricevuto quattro segnalazioni
Depositphotos
Quando il cittadino si attiva contro l’estremismo e la radicalizzazione
La piattaforma interdisciplinare cantonale partita lo scorso autunno ha per ora ricevuto quattro segnalazioni

BELLINZONA - Dallo scorso autunno, anche in Ticino esiste una piattaforma del Cantone che mette a disposizione della popolazione un filo diretto per informarsi o condividere dubbi e interrogativi sulla radicalizzazione e sull’estremismo violento. Se nella realtà ginevrina, dove un servizio analogo è partito nel 2017, le segnalazioni sono già una cinquantina all’anno, da noi nei primi tre mesi di attività se ne contano quattro. Il canale più utilizzato è il telefono.

«Per tutti e quattro i contatti sono stati svolti approfondimenti allo scopo di valutarne la pertinenza e il grado di rischio» ci dice la capoprogetto Michela Trisconi, aggiungendo: «Per nessuna delle segnalazioni si è però reso necessario un intervento da parte nostra».

Il dato sembra in ogni caso «essere in linea con l’andamento di esperienze analoghe oltre San Gottardo» osserva Trisconi. «Va considerato - continua - che rispetto a taluni cantoni, siamo agli inizi». La piattaforma interdisciplinare creata da DSS, DI e DECS - che rientra nel piano d’azione nazionale per prevenire la minaccia terroristica e contrastare la radicalizzazione - è ufficialmente partita lo scorso 5 novembre. «La campagna di sensibilizzazione riguardo alle attività del dispositivo di prevenzione decollerà in primavera».

È comunque difficile fare un paragone preciso con gli altri cantoni, poiché le varie piattaforme esistenti «conteggiano le segnalazioni in modo diverso». Vale comunque la pena citare altre esperienze. La piattaforma di Ginevra, il portale “Gardez le lien” attivo dal 2017, lo scorso anno ha registrato una cinquantina di segnalazioni, in linea con l’anno precedente. E quella vodese, partita nel settembre dello scorso anno, quindi due mesi prima rispetto al Ticino, è stata interpellata quattro volte. «In generale questi dati non considerano le richieste giunte direttamente alle autorità di polizia o ai servizi sociali dei rispettivi cantoni» evidenzia Trisconi.

In Ticino il filo diretto sulla radicalizzazione e sull’estremismo violento passa, dallo scorso autunno, da tre canali: un sito web (www.stopradicalizzazione.ch), un numero telefonico (079.953.46.82, attivo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 16) e un indirizzo e-mail (stopradicalizzazione@ti.ch). Si tratta di una piattaforma interdisciplinare di esperti che ha lo scopo di coordinare il dispositivo di prevenzione.

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COMMENTI
 

bimbogimbo 5 anni fa su tio
e noi cittadini quanto paghiamo per questo servizio “utilissimo” al quale sono state fatte ben 4 telefonate in 3 mesi? Continuiamo a copiare le belle iniziative dei nostri fratellini romandi...
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