Il DSS ha lanciato una campagna di sensibilizzazione a favore della salute mentale. Test sulla depressione
BELLINZONA - Non c’è salute senza salute mentale, e «il primo rimedio è quello di non avere paura e parlarne». Con queste parole il direttore del DSS, Paolo Beltraminelli, ha introdotto la presentazione della campagna di sensibilizzazione cantonale avviata oggi contro la depressione e il disagio psichico.
Una problematica, cifra alla mano, che toccano milioni di persone. Nel mondo si contano almeno 450 milioni di persone affette da un disturbo psichico e oltre 300 milioni da depressione, che costituisce la diagnosi psichiatrica più trattata negli ospedali svizzeri. Tradotto in franchi, il “costo” della depressione si attesta sugli 8 miliardi all’anno. Nel 2017, quasi la metà delle rendite d’invalidità (47%) era per motivi legati alla sfera psichica.
«Può colpire chiunque» - Lo studio - effettuato tra il mese di febbraio e marzo del 2017 - ha coinvolto 1001 ticinesi tra i 18 e i 70 anni, equamente distribuiti tra uomini e donne. I sintomi principalmente identificati sono stati quelli della tristezza (52,7%), l’isolamento (49,5%), la stanchezza (29.1%) e la perdita di interesse (27,7%).
Per quanto concerne le cause, quelle riconosciute in misura maggiore sono invece gli eventi drammatici, le malattie gravi, lo stress e le difficoltà finanziarie, la fine di una relazione o la scomparsa di una persona cara. Un motivo esterno però «non è necessario», ha sottolineato il medico cantonale Giorgio Merlani, ricordando che la malattia «può colpire chiunque».
Perché si rifiutano le cure? - Interessante è rilevare le differenze che emergono nell’ambito della scelta del curante. Lo psicologo è per distacco la prima scelta consigliata ad altri (68.8%) ma non per sé stessi (19.1%), dove invece a prevalere sono familiari e amici (33%) e il medico di famiglia (29.5%).
L’11,2% del campione ha dichiarato di aver ricevuto una diagnosi da un professionista. Nel 95,7% dei casi queste persone sono state in cura. Esiste però una fetta di persone affette da depressione o disagi di natura mentale che preferisce non sottoporsi a nessuna terapia. Il motivo principale in questo senso è la paura dei farmaci (44,6%), seguito dal fatto di non sapere di essere malato (31,1%) e dalla mancanza di fiducia nei medici (24,3%). Esiste poi il fattore “vergogna”, ovvero la paura della reazione di amici e parenti, che pur essendo quarta nella graduatoria (21,6%) è al primo posto tra le opinioni percepite (86,4%).
Una campagna su 4 livelli - La campagna avviata oggi dal DSS intende quindi combattere questi pregiudizi, migliorare l’informazione sulla depressione e sulle possibilità di cura e promuovere la comprensione della malattia, favorendo una maggiore accettazione verso chi ne soffre.
La campagna intende in particolare veicolare la consapevolezza che la depressione può colpire chiunque, che ha molte facce e che è curabile. Saranno questi tre - come evidenziato da Manuela Vanolli - i messaggi chiave del progetto.
Nelle prossime settimane sarà distribuito un opuscolo informativo con informazioni semplici e chiare sul tema. Inoltre, nel corso dei prossimi mesi saranno proposti diversi eventi pubblici nei quali la tematica sarà affrontata in maniera colloquiale.