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BISSONEAnnega tra i precetti, ora la pignorano

15.01.19 - 06:00
Protagonista della vicenda una signora di 83 anni. Sotto accusa un curatore “stakanovista”, che si difende così: «La situazione era già difficile. Io i soldi li gestisco, non li fabbrico»
Annega tra i precetti, ora la pignorano
Protagonista della vicenda una signora di 83 anni. Sotto accusa un curatore “stakanovista”, che si difende così: «La situazione era già difficile. Io i soldi li gestisco, non li fabbrico»

BISSONE – Nella primavera del 2018, complice anche la lontananza della figlia, residente a Zurigo, l'hanno costretta ad avere un curatore. Sembra iniziare lì la discesa verso il baratro per una signora di 83 anni che vive a Bissone. Perché nel frattempo l'uomo avrebbe omesso, a più riprese, di pagare sia le fatture della cassa malati, sia le spese condominiali della casa in cui abita la donna. Il rischio di pignoramento dei beni dell’anziana è sempre più concreto.

Un dibattito infinito – Il caso ripropone, in un’ennesima variante, il dibattito infinito sui rapporti tra le Autorità regionali di protezione (Arp) e i cittadini che vi fanno riferimento. Anche in questa circostanza è estremamente complicato capire dove stia la verità. La storia è ingarbugliata. L'anziana signora vive a Bissone in un appartamento di proprietà della figlia. La stessa 83enne possiede, a sua volta, un appartamento a Loreto, del valore di circa mezzo milione di franchi, subaffittato a terzi. 

Diversi richiami – La cassa malati, dopo diversi richiami, avanza un precetto esecutivo, che si trasforma in pignoramento per un importo di 726 franchi e 35. Questo va a sommarsi a una serie di altri precetti, per una somma di circa 8'200 franchi. Il pignoramento, in questo caso, si ripercuoterebbe sull'appartamento di Loreto. 

Finisce nei pasticci anche la figlia – Allo stesso tempo, emerge un altro precetto. Stavolta di 8.400 franchi per mancato pagamento delle spese condominiali nell'appartamento di Bissone. A finire nei guai sarebbe dunque anche la figlia della donna, che è proprietaria dello spazio e che attualmente beneficia di una rendita per invalidi. 

Lo “stakanovista” – Difficile comprendere come si sia arrivati a una situazione del genere. Da Zurigo, la figlia dell'83enne solleva qualche interrogativo. «Mia madre è finita nelle mani di un uomo, dipendente pubblico al 100%, che nel tempo libero si occupa di fare il curatore per diversi anziani. Forse troppi. Come fa a fare bene tutto?»

Un ruolo ben preciso – Il curatore, interpellato da Tio/ 20 Minuti, non ci sta a vestire i panni del cattivo. E rimanda le critiche al mittente. «Il segreto d’ufficio mi impone di non rivelare dettagli privati sul caso. Mi limito a ricordarvi che un curatore gestisce i soldi. Non li fabbrica».

Priorità assolute – L’uomo sa bene che costi della salute e affitto rappresentano la priorità assoluta da coprire finanziariamente per un curatore. Ma evidenzia una situazione, a suo dire precaria, nella quale si è ritrovato suo malgrado sin dal momento in cui gli è stato affidato il caso. «Quando sono entrato in causa io, c’era già una determinata condizione economica piuttosto fragile. Faccio quello che è possibile, cercando di fissare delle priorità in base a quanto c’è a disposizione. Di più non posso dire, per questioni di privacy».

La possibilità persa – Da Zurigo, la figlia rincara la dose. «A mia mamma è stata tolta la complementare due anni fa e questo effettivamente l’ha messa in difficoltà. Non navigava nell’oro. Però la scorsa estate ha avuto la possibilità di alzare l’ipoteca dello stabile di sua proprietà a Loreto. Le avrebbero abbassato i tassi di interesse e avrebbe avuto più liquidità. Ebbene, alla banca è stato impedito di eseguire l’operazione. E nessuno ci ha mai dato spiegazioni».

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