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LUGANOPer lei la legge è arrivata tardi

17.12.18 - 08:36
Per le prostitute che denunciano i propri sfruttatori, in Ticino mancano ancora tutele. L'odissea di una 32enne albanese
foto tio.ch/20min
Per lei la legge è arrivata tardi
Per le prostitute che denunciano i propri sfruttatori, in Ticino mancano ancora tutele. L'odissea di una 32enne albanese

LUGANO - Ha cominciato a prostituirsi nel 2012, quando il Gran Consiglio iniziava a interessarsi allo sfruttamento delle ragazze come lei. Prima faceva la barista ma, racconta, «al mio moroso non bastava». Fino al 2016 ha lavorato in un postribolo a Pazzallo. Quando ne è uscita i lavori parlamentari erano quasi finiti. Ma in Ticino la nuova legge sulle luci rosse ha visto la luce solo a gennaio: per l'entrata in vigore bisognerà aspettare «ancora fino a giugno» avverte il deputato Giorgio Galusero (Plr).

Rimbalzata dalla Teseu - Sette anni. Un tempo-record, durante il quale si stima che meno di una prostituta su dieci abbia dichiarato i propri redditi, per non parlare delle violenze subite. La storia di Dana*, 32enne albanese, è emblematica. «Della legge non sapevo nulla» ammette, ma si è accorta che qualcosa non andava quando si è recata alla sezione Teseu di Lugano per denunciare il suo aguzzino, un anno fa. «Mi è stato detto che non potevano farci nulla – ricorda –. Non avrei avuto alcuna tutela».

Le paghe requisite - Per quattro anni il «fidanzato» della 32enne l'ha attesa ogni sera a bordo di un'Audi, in via Pian Scairolo a Pazzallo. Alle tre di notte lei gli consegnava «tutto il guadagno della giornata» racconta. «Molte facevano così, eravamo sempre in gruppo».   

"Papponi" intoccabili - Il fenomeno non è sfuggito alle cronache (ne avevamo parlato a novembre 2017) ma finora «a mancare erano proprio le tutele» osserva Galusero, membro della sotto-commissione sulla prostituzione: «Pochissime ragazze hanno denunciato». Dana ha rinunciato a farlo, perdendo di fatto «quasi tutti i proventi di anni di lavoro».

Difficoltà economiche - Oggi sente di essere stata «ingannata e sfruttata». A differenza di altre colleghe «non mi sono prostituita per guadagnare» dice. «Ero costretta, e ho mantenuto la bella vita di un altra persona». Poi sono iniziati i guai economici: lavoretti saltuari – badante, cameriera – finché si è ritrovata in assistenza. Il sostegno finanziario alle ragazze è uno dei temi centrali nella nuova legge, e dovrà essere definito dal Governo. Nell'ultimo anno Dana non ha avuto «alcun reddito» per due mesi. La pressione per ricadere nella prostituzione è forte, ma finora ha tenuto duro.  

* nome noto alla redazione 

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