Il lupo è tra la gente: lo ha ufficializzato il Cantone. Germano Mattei, deputato di Montagna Viva, si sfoga: «Adesso interveniamo»
BELLINZONA – Per anni è stato deriso, snobbato, preso per fanatico. Certo, lui, con alcune sue sparate pubbliche, ci ha messo pure del suo. Germano Mattei, deputato di Montagna Viva, per molti era il ragazzo, un po’ attempato, che gridava “al lupo, al lupo” a vanvera. Ora dalle autorità arriva la conferma: quello che ha ucciso 12 animali tra Gordola, Riazzino e Avegno è davvero un lupo. E questo significa una sola cosa: il lupo (anche se solo di passaggio) è sceso in pianura. «Ma vuol dire anche che il lupo può avvicinarsi alle persone – tuona Mattei –. Io l’ho sempre sostenuto. E mi sono spesso sentito dare del mitomane».
Mattei, per lei questa è una rivincita?
No. Quando si prende atto che un problema serio esiste, non si può parlare di rivincita. Finora le razzie si verificavano nelle valli, in luoghi discosti. E allora si diceva che era normale. E si dava la colpa agli allevatori, “incapaci” di badare al bestiame. Oggi è ufficiale, il lupo si aggirava a poche centinaia di metri dalle nostre case. Ad Avegno, e soprattutto sul Piano di Magadino.
La legge, di base, indica che il lupo deve uccidere un determinato numero di animali prima che lo si possa abbattere.
Ma dice anche che se il lupo si avvicina troppo alle attività dell’uomo, bisogna intervenire. Adesso sappiamo che è così. Cosa si aspetta?
Gli esperti, comunque, sostengono che si tratti di un animale di passaggio…
Non è una giustificazione per non fare niente. Il lupo percorre 50-60 chilometri a notte. È sempre di passaggio. Al momento stimo che in Ticino ci sia una decina di lupi, derivanti in particolare dalle cucciolate della Morobbia. Più un’altra decina di passaggio.
Nonostante gli accertamenti delle autorità le diano parzialmente ragione, non crede di avere un po’ esagerato con gli allarmismi negli ultimi anni?
Rifarei tutto. Ognuno ha il proprio ruolo. Io ho il compito di difendere gli interessi di chi lavora con il bestiame.
Tanti animalisti, a causa della sua guerra al lupo, la detestano, lo sa?
Io voglio bene al lupo. Vogliamo tutti bene agli animali. Però quando ci vanno di mezzo determinati equilibri, non si può fare finta di niente.
Di recente lei ha espresso il desiderio di avere un confronto pubblico con Claudio Zali, direttore del Dipartimento del territorio, sul tema del lupo. Perché?
Penso possano emergere aspetti interessanti. Ad esempio, trovo che oggi l’Ufficio caccia e pesca non sia più trasparente come lo era prima sulla questione del lupo. Probabilmente per ordini superiori. Sono anche in attesa di una risposta a una mia interrogazione parlamentare sulla questione lupo a 360 gradi. Una serie di 10 domande sottoscritte anche da altri politici. Da questa risposta trarrò le mie deduzioni per il futuro.