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Si svolgerà nel mese di novembre 2019 alla Biblioteca cantonale di Lugano e sarà dedicata alle generose donazioni di materiale fatte dai suoi familiari nel corso di quest'anno
LUGANO - Il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS) annuncia che la Biblioteca cantonale di Lugano - grazie a un’iniziativa della Divisione della cultura e degli studi universitari - prevede per il mese di novembre del 2019 e per i cento anni di Bixio Candolfi, recentemente scomparso, una mostra documentaria dedicata al generoso materiale donato dai familiari nel corso del 2018.
L’importante donazione ha integrato un piccolo nucleo già depositato all’Archivio Prezzolini a partire dal 1991 che consiste per lo più nella corrispondenza ricevuta durante gli anni della sua attività alla Radiotelevisione della Svizzera italiana (1943- 1984), specialmente quella riguardante i “Corsi di cultura” da Candolfi introdotti; si tratta di lezioni che costituivano la base per una nascente “università popolare radiofonica”.
Fra i suoi interlocutori, Giuseppe Billanovich, Carlo Bo, Aldo Borlenghi, Bruno Migliorini, Max Frisch, Aline Valangin, Henry Moore. Nell’esposizione, ampio spazio sarà dedicato al suo rapporto con gli scrittori, in particolare Vittorio Sereni, Giovanni Orelli e Eros Bellinelli, cui Bixio Candolfi era legato da grande affinità e amicizia. La documentazione che più recentemente integra il Fondo Candolfi è in gran parte attinente al programma radiofonico “La costa dei barbari”, e comprende, tra gli altri, anche radiodrammi, adattamenti radiofonici e televisivi, nonché un fondo librario di circa 400 volumi di linguistica, attualmente in fase di catalogazione.
L’esposizione sarà l’occasione per illustrare la figura di Bixio Candolfi, intellettuale particolarmente attento alla divulgazione didattica della cultura (corsi serali, radioscuola, ecc.) oltre che grande appassionato di cinema e lettore vorace, e metterà altresì in rilievo la sua instancabile attività di ideatore e realizzatore di programmi radiofonici nonché le sue qualità – umane e professionali – di dirigente della Radiotelevisione della Svizzera italiana.
