Il congelamento dei gameti femminili nell’azoto liquido va sempre più di moda, anche nella Svizzera italiana. Così la donna organizza carriera lavorativa e scelta del partner
LOCARNO – Ovuli in freezer per reggere lo stress lavorativo, pianificare la carriera e aspettare il partner giusto. Sempre più donne ricorrono al congelamento dei propri gameti. Con l’intento di utilizzarli, tramite la fecondazione in vitro, quando sarà il momento opportuno. Secondo l’Ufficio federale di statistica, ogni anno in Svizzera vengono effettuate centinaia di interventi. «È un trend in atto da qualche anno – conferma il dottor Alessandro Santi, responsabile del Centro cantonale di fertilità a Locarno – le donne tendono ad avere figli sempre più tardi, dopo i trent'anni. E c’è sempre più la consapevolezza che, con il passare del tempo, gli ovuli peggiorano in qualità».
Alla ricerca dell’uomo adatto – L’attività professionale? È sicuramente una variabile decisiva. «Molte donne – ammette Santi – quando superano i 30-35 anni si sentono stressate, perché devono scegliere tra la vita lavorativa, magari in piena espansione, e quella di mamma». Un recente studio condotto dalla professoressa americana Yale Marcia Inhorn, tuttavia, ha evidenziato come l'85% delle donne (statunitensi e israeliane) intervistate abbia optato per il congelamento dei gameti perché non ha trovato un partner adatto per iniziare una famiglia.
Tempi da conquistare – «Non si tratta dunque di una scelta legata alla carriera professionale – sostiene Marina Bellavia, ginecologa del centro ProCrea di Lugano – oggi molte donne a 30-35 anni sono nel pieno della carriera, è vero. Però va fatto anche un discorso di emancipazione. Sempre più la donna vuole scandire i propri tempi».
Un costo di quattromila franchi – Il trattamento completo costa attorno ai quattromila franchi. A cui vanno aggiunti trecento franchi circa all’anno per il mantenimento degli ovuli nello stato di crioconservazione. «Dopo avere valutato attentamente il caso nella sua individualità – evidenzia Santi – la donna viene sottoposta a punture che stimolano un’altissima produzione di ovuli. A quel punto, questi ovuli vengono aspirati per poi essere conservati nell’azoto liquido a una temperatura di duecento gradi sotto lo zero».
L’interesse cresce – Alcune donne ricorrono al congelamento degli ovuli per ragioni mediche. Sono sempre più frequenti, tuttavia, le situazioni in cui la scelta dipende dalla volontà individuale. Al Centro di Locarno viene trattata una decina di casi all’anno. Idem da ProCrea. «Anche se sono comunque molte di più le donne che ci pongono domande in tal senso» dice Santi. «Mai abbastanza – gli fa eco Bellavia – le giovani ragazze, visto il grande mutamento culturale in corso rispetto al passato, dovrebbero già interessarsi attorno ai venticinque anni alla tematica».
Alta qualità – A fare crescere la casistica è, tuttavia, anche un altro fattore. «La crioconservazione – illustra Bellavia – permette di mantenere gli ovuli a una determinata qualità fino al momento dello “scongelamento”. Ci sono donne che a oltre quarant'anni si ritrovano così ad avere a disposizione ovuli di quando ne avevano trenta».
C’è anche chi ce la fa naturalmente – Le tecniche sono migliorate parecchio rispetto al passato. «E per questo più donne oggi fanno ricorso a questa opportunità – puntualizza Santi – anche se va ricordato come non tutte poi ricorreranno effettivamente all’utilizzo di questi gameti. Fortunatamente, in alcuni casi, la gravidanza arriva ancora in maniera naturale anche se si è in età avanzata».