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LUGANOPiù di mille firme contro Plein

26.11.18 - 12:14
Il gruppo Donne Uss e il Coordinamento Donne della sinistra ha lanciato una petizione al Cantone e alla Città di Lugano, per far rimuovere le pubblicità «sessiste»
Più di mille firme contro Plein
Il gruppo Donne Uss e il Coordinamento Donne della sinistra ha lanciato una petizione al Cantone e alla Città di Lugano, per far rimuovere le pubblicità «sessiste»

LUGANO - La lista delle voci critiche si allunga. Nella polemica su Philipp Plein dopo il sindaco di Milano, il sindacato Unia e l'esponente Ppd Fiorenzo Dadò (a cui lo stilista ha risposto per le rime) anche il gruppo anti-sessista Donne Uss Ticino e Moesano e il Coordinamento donne della sinistra sono scesi in campo per condannare la campagna pubblicitaria. 

In una lettera aperta pubblicata ieri sera su Facebook, il gruppo ha lanciato una petizione al Cantone e al Comune di Lugano, affinché «richiedano all'azienda di Philipp Plein di togliere qualunque immagine di omicidio sui propri siti e nei propri negozi».

L'iniziativa è stata promossa in un incontro sulla violenza contro le donne, organizzato ieri sera dal Coordinamento donne della Sinistra e dall’Uss Ticino e Moesa. In una notte la petizione ha già raccolto oltre 900 firme: una volta raggiunto il migliaio, le sottoscrizioni saranno consegnate agli organi competenti. 

Anche i Verdi del Ticino - in un comunicato diffuso oggi - invitano il Comune di Lugano a «prendere posizione». Ed esprimono «solidarietà a tutte le donne che si sono sentite offese da queste immagini». 

Nel pomeriggio il collettivo femminista "Io l'8 ogni giorno" hanno rincarato la dose, in una presa di posizione giunta nel pomeriggio: «È inaccettabile usare il dramma delle donne per vendere dei capi di abbigliamento - si legge nel testo -. È vergognoso che la sofferenza di tante donne venga sminuita da un’immagine pubblicitaria».

Censi: «Finti moralisti» - Si schiera invece in difesa dello stilista Andrea Censi, consigliere comunale della Lega dei Ticinesi di Lugano, il quale su Facebook ricorda come quantomeno Plein «abiti in Ticino, paghi le imposte, porti nel mondo il nome di Lugano e offra decine di posti di lavoro».

Pur ammettendo che la campagna pubblicitaria possa essere ritenuta di cattivo gusto, Censi si domanda inoltre se «i moralisti» avrebbero «montato la panna» allo stesso modo se al posto di una donna ci fosse stato un uomo.

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