Per completare la mensa del centro di prima accoglienza mancano circa 150'000 franchi e si pensa anche al crowdfunding via web
MENDRISIO - Cavi esposti, una mezza mano di pittura, finestre completate, ma non del tutto, lavandini ancora da posare. È chiaramente un "work in progress" il salone al piano terra di Casa Astra, centro di prima accoglienza del Mendrisiotto.
Non c'è più traccia del vecchio bancone dell'Osteria del Ponte, né dei tavolini del bar: «Erano antigienici, alcuni dei macchinari poi erano semplicemente rotti. Ora i lavori sono fermi», ci spiega il responsabile Donato Di Blasi.
«Questa era la sala mensa, la stiamo ristrutturando», continua indicando lo spazio circostante. «Abbiamo iniziato questi lavori a settembre. Questo perché ormai praticamente tutto non era più a norma o poco presentabile».
«Se possiamo facciamo tutto da noi» - «Di lavori in questi anni ne abbiamo fatti tantissimi - continua Di Blasi -. Dal 2009 a oggi abbiamo dovuto mettere praticamente tutto a norma. Un po' li abbiamo fatti noi: grazie ad ospiti, operatori e ad alcune piccole imprese locali. In genere, se possiamo, li facciamo autonomamente».
«Adesso, come si può vedere, tutto è stato bloccato, perlopiù per via di una serie di fondi che però non sono arrivati. Per questo vogliamo chiedere una mano alla popolazione, come già avevamo fatto nel 2009. Questo perché per Casa Astra la mensa è uno spazio importante, di convivialità e di accoglienza, ma non solo».
La volontà, è anche di farne un punto d'incontro - «Abbiamo già ospitato delle mostre e dei cineforum in passato, in futuro vorremmo che continui a essere un posto accogliente anche per gli abitanti della regione», prosegue ancora il responsbile di Casa Astra.
Si parla di un ammanco di circa 150 mila franchi: «Ma l'appello alla popolazione non è solo per questioni venali - puntualizza Di Blasi -, l'idea è quello della partecipazione corale della comunità a uno spazio che vuole essere di tutti».
Un futuro con la mensa aperta al pubblico? «Prima sarà necessario valutarne la fattibilità. Iniziamo a completare i lavori, poi valuteremo se avremo la massa critica necessaria».
E si pensa anche al web: «Lanceremo presto una campagna di crowdfunding, ma ancora c'è molto da definire».
Per chi vuole donare il punto di riferimento è il sito web: «Lì trovate tutti i contatti, e anche il conto corrente. Se poi volete venire a vedere come lavoriamo le porte sono aperte per tutti», conclude Di Blasi.