Gli inquilini dei tre palazzi di via Brentani hanno ricevuto una lettera dall’amministrazione di uno di questi: «Le porte sono sempre chiuse, siete stati voi a farli entrare»
LUGANO - Dopo il danno, anche la beffa. È così che si sono sentiti gli inquilini dei tre palazzi di via Brentani 4, 6 e 8 che si sono visti recapitare ieri una lettera da parte dell’amministratore di uno degli stabili.
Nella notte del 31 ottobre - come riferito da Tio.ch - una quarantina di auto sono state vandalizzate da ignoti nell’autorimessa in comune, moto e scooter sono stati gettati a terra. Sono “sopravvissute” a cofani e portiere rigate solo 15-20 auto.
Nella lettera consegnata a tutti gli inquilini, la società immobiliare che gestisce uno dei tre stabili si dice «dispiaciuta» di quanto accaduto, ma chiarisce subito la sua posizione: «Il portone dell’autorimessa, nonché le porte d’entrata degli stabili, sono sempre chiusi, quindi qualcuno di voi inquilini ha aperto e fatto entrare, involontariamente, i vandali oppure questi sono inquilini di uno dei tre stabili».
Non solo. I firmatari della lettera sollevano un dubbio, che non è piaciuto a chi, fortunatamente, è stato risparmiato dai vandali: «Troviamo strano che alcune auto non sono state rigate (circa 6/7)... ci sorge quindi spontanea la domanda: che siano i vandali parenti o figli di queste famiglie?».
L’inquilina di uno dei tre palazzi sottolinea come l’autorimessa sia strutturata in modo tale che i responsabili dei danni abbiano probabilmente iniziato a danneggiare le auto dalla parte inferiore, per poi spostarsi sui motocicli. Nella parte superiore sono state colpite alcune auto, ma è come se i vandali fossero stati interrotti e non abbiano potuto “finire il lavoro” su tutti i veicoli.
In conclusione, l’amministrazione si riserva la possibilità - in accordo con gli altri responsabili - di «richiedere delle offerte per la posa delle telecamere in autorimessa».
La mattina del 1. novembre sul posto era intervenuta la polizia cantonale, che aveva raccolto la denuncia contro ignoti. Ma le allusioni contenute nella lettera contro «parenti e figli» delle famiglie non danneggiate dai vandali, potrebbero suscitare più di un malumore, con la riserva «di denunciare chi si è preso la libertà di puntare il dito contro qualcuno senza prove».