Ecco i punti dell’opposizione con cui la Stan affossa il progetto della rete luganese al vaglio di Berna. Ma ad opporsi c'è anche il Municipio di Bioggio: «Quel Park&Ride va spostato»
BELLINZONA - Non deve essere stato facile per il Municipio di Bioggio decidere di piazzare questo macigno sulle rotaie del progetto per la rete tram-treno del Luganese. Eppure tra le 127 opposizioni, oggi al vaglio dell’Ufficio federale dei trasporti, spunta anche quella che non ti aspetti. Perché Bioggio è capitanata da un sindaco leghista, Eolo Alberti, e questo imbarazzo traspare alla fine del documento che Tio/20Minuti ha potuto visionare. Il Municipio tiene infatti a far sapere di essere «estremamente favorevole al progetto». Ma è un contentino.
Lo stupore - Un po’ meno favorevole nelle altre sei pagine, dove emerge tutto lo stupore dell’Esecutivo al momento del disvelamento dei piani: «Ci siamo resi conto che per quanto riguarda la posizione del Park&Ride di 400 posti in zona Cavezzolo vi sia stato un insufficiente coordinamento con il progetto di Circonvallazione stradale di Agno-Bioggio». E l’evocazione dell’eterna incompiuta avrà fatto scorrere qualche brivido a Bellinzona.
Sedime penalizzato - In pratica il cambiamento di tracciato della strada, secondo Bioggio, «porterebbe ad un’importante penalizzazione delle possibilità edificatorie» dell’ampio sedime, un prato in zona Coop, di proprietà del Comune, e su cui è stato sviluppato lo studio del Nuovo Polo del Vedeggio. Da qui la controproposta del Municipio: un P&R spostato verso est e con una forma modificata.
Soluzione devastante - Ma lo sperpero di superficie, indigesto a Bioggio che nel terreno vede appetitosi potenziali urbanistici ed economici, non sta bene neppure ad un’altra ricorrente: la Società ticinese per l’arte e la natura. La Stan boccia il comparto di Cavezzolo per altri motivi, definendo la soluzione proposta dal Dipartimento del territorio «irrazionale e dal punto di vista paesaggistico devastante».
Mancata informazione - Ma scorrendo le 13 pagine di questa seconda opposizione emerge una bocciatura del progetto su tutta la linea. A cominciare dalla mancata informazione durante «la progettazione dell’opera durata più di tre lustri e approfondita sin nei minimi dettagli senza che i progetti fossero mai resi pubblici e aperti alle osservazioni della popolazione».
Ecco cosa non va - Parole pesanti come pietre, che indirettamente spiegano perché privati e comuni (Bioggio appunto) siano rimasti alla fine spiazzati dalle scelte. Da qui tutte le altre perplessità della Stan che contesta anche lo smantellamento della linea Ferrovia Lugano-Ponte Tresa in collina, la realizzazione di una fermata sotterranea legata alla stazione Ffs «con ripide scale mobili in cunicolo» e l’assetto del comparto di Sant’Anna. Per la fermata “bunker” i guardiani del paesaggio parlano apertamente di «soluzione di ripiego», a rischio di sovraffollamento e, soprattutto, «evitabile».
Senza Bsi, via libera - Secondo la Stan «realizzando una fermata all’aperto a Sant’Anna collegata alla stazione con un adeguato impianto di risalita si adotterebbe una soluzione migliore, più efficiente, più sicura e più condivisa». Anche perché, aggiungono, «la proposta era stata abbandonata, quando la Bsi si è rifiutata di accettarla. Ma ora la Bsi non c’è più...». Chi vuole intendere…