Quattro anni dopo il fattaccio di Via Nassa, l’organettista dalla barba rossa è sempre più “personaggio”: «Quell’episodio ha cambiato in positivo la mia vita»
LUGANO – Quel giorno di dicembre del 2014, quando la gerente di un negozio di lusso lo allontanò in malo modo da Via Nassa, tutta la Svizzera italiana si schierò dalla sua parte. Un episodio triste che, paradossalmente, ha avuto un effetto positivo sulla popolarità di Jörg Wolters, classe 1959, di origini tedesche, l’organettista dalla barba rossa. Di recente ha festeggiato i 30 anni di carriera ed è stato testimonial della festa d’autunno di Lugano. Intanto, sul suo organetto spuntano tazze, portachiavi, calamite. Gadget col suo volto.
Jörg, questi gadget dimostrano come la sua immagine, dal dicembre del 2014, si sia ulteriormente rafforzata. Che effetto le fa?
È strano. Da una vicenda negativa è arrivata tantissima solidarietà. La mia vita è cambiata da quel giorno. Sento l’affetto della gente in maniera ancora più intensa. In tantissimi mi hanno manifestato il loro appoggio. E poi sì, sono arrivati questi gadget. Ne ho discusso con un negoziante di Lugano, è lui ad averli realizzati.
Quanto si sente personaggio oggi?
Ma guardi che io sono sempre lo stesso, un dispensatore di buonumore. Abito ancora nella mia roulotte, in un campeggio di Taverne, ormai da una vita. Non ho cambiato di una virgola il mio stile.
La responsabile di quel negozio in Via Nassa la trattò come un mendicante. Cosa prova ricevendo soldi, per strada, dalla gente?
Io non sono un mendicante, sono un artista. Suono il mio organetto, ho oltre 1.300 melodie e continuo ad acquistarne di nuove. La gente riceve la mia musica e se, in cambio, mi vuole fare un’offerta, lo fa. Altrimenti non è grave. C’è anche chi mi dice che purtroppo non ha soldi e che, dunque, mi regala semplicemente un sorriso. A me va bene anche quello.
Nel corso di questi quattro anni ha mai più parlato con la responsabile di quel negozio?
No. E anche allora mi limitai ad accettare la sua decisione. Nella vita bisogna imparare a tacere, se si vuole rimanere nel giusto.
Di recente ha festeggiato i 30 anni di carriera. Che ricordi ha della sua “vita precedente”?
Sono arrivato in Ticino per amore. Lavoravo in fabbrica. A un certo punto è arrivato il divorzio. Ed è lì che ho pensato di cambiare radicalmente la mia quotidianità, seguendo la passione per l’organetto.
Lei ha vissuto la vita di coppia. Adesso, ormai da tempo, vive da solo in un campeggio. E d’inverno ne è l’unico inquilino. Non soffre di solitudine?
No. Ho tanti amici. E durante il giorno sto sempre in mezzo alle persone. D’altra parte io ho inseguito il mio sogno di libertà. La libertà è la cosa più importante che abbiamo. Oggi mi sento una persona libera e felice.
Cosa fa Jörg quando non suona?
Jörg pensa sempre alla musica. Perché la musica è la sua vita. Io e il mio organetto da 17 chili siamo praticamente inseparabili.
Quello pre natalizio è un periodo particolarmente intenso. È pronto al tour de force?
Al mattino mi alzo e, in base alle condizioni metereologiche, decido dove andare. Spesso mi reco nei pressi dei centri commerciali. Ho le autorizzazioni per svolgere la mia attività, ovviamente. Altre volte sono invitato a eventi, a manifestazioni, perfino a feste private o a compleanni.
Lei è stato testimonial dell’autunno luganese. Come si è sentito?
Per me è stato un piacere. Un onore. Sempre più spesso vengo coinvolto in attività con risvolti sociali. È qualcosa che mi gratifica. E che gratifica anche questo vecchio organetto che mi accompagna tutti i giorni.