Per Andrea Genola nella creazione della "LIA bis"bisognerà coinvolgere la maggioranza degli artigiani. Altrimenti sarà «ricorso subito»
BELLINZONA - La LIA è stata abrogata. Lo ha deciso ieri il Gran Consiglio ticinese con 47 voti a favore. Ora, c'è chi esulta e chi invece è deluso, nonostante sia già stata depositata l'iniziativa parlamentare per un nuovo albo.
Andrea Genola - primo firmatario della petizione che ha raccolto 4'602 firme per l'abrogazione - chiede ora che «il sito della LIA venga immediatamente oscurato perché pubblicizza circa 1000 aziende estere che sono ben felici di entrare in Ticino a fare concorrenza ai ticinesi».
In merito a una "LIA bis" Genola auspica la creazione di «uno strumento poco oneroso e utile al Ticino e non solo a pochi intimi», assicurando il suo sostegno, anche se ritiene che «pensare di farlo senza coinvolgere seriamente la maggioranza degli artigiani» sia «un’impostazione sbagliatissima». In tal caso la conseguenza sarebbe solo una: inoltrare subito ricorso. «Una cosa dalla LIA gli artigiani l’hanno imparata - scrive Genola -, è meglio rivolgersi immediatamente ai tribunali che confidare nell’ascolto o nel buon senso di chi dovrebbe rappresentarci».