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URI / CANTONEMucche in coda sull'A2: così si eviterà il «viaggio dell'orrore»

02.11.18 - 11:55
Stabilite alcune soluzioni alternative per il trasporto in collaborazione con la polizia cantonale
Tipress
Mucche in coda sull'A2: così si eviterà il «viaggio dell'orrore»
Stabilite alcune soluzioni alternative per il trasporto in collaborazione con la polizia cantonale

ALTDORF - La strada cantonale urana tra Amsteg e Göschenen rimarrà chiusa anche nel prossimo futuro per i trasporti di vacche portate a estivare in Ticino, vacche che rischiano di morire se la coda di veicoli perdura sotto il sole sull'autostrada del San Gottardo. La polizia cantonale farà tuttavia del suo meglio per aiutare contadini e trasportatori a far giungere sane e salve le bovine sugli alpeggi sudalpini.

A fine settembre si è tenuta ad Altdorf la "tavola rotonda" che il capo del dipartimento urano della Sicurezza Dimitri Moretti (PS) aveva promesso lo scorso giugno, dopo un articolo del "Blick" che denunciava il rifiuto della polizia urana di consentire l'uso della strada cantonale fino a Göschenen.

Vi hanno partecipato, con Moretti e il capo della polizia cantonale Reto Pfister, tutte le parti interessate a una soluzione: polizia e veterinario cantonale, Ufficio federale delle strade (USTRA) Protezione svizzera degli animali (PSA), Unione svizzera dei contadini nonché le associazioni nazionali dei trasportatori di bestiame (SVV) e degli autotrasportatori (ASTAG).

Risultato: la cantonale Amsteg-Göschenen rimarrà vietata per chi trasporta bestiame come per gli altri autotrasportatori, ma ci si è messi d'accordo su soluzioni alternative, riassunte in un "foglio d'istruzioni" in sei punti.

Vademecum per il trasporto - «Centrali» - vi si afferma - sono i lavori preparatori del trasporto, i cui tempi vanno possibilmente scelti fuori dai giorni in cui si sa che si formano code. Tra i consigli dati: utilizzare per le mucche le ore del primo mattino e scegliere un percorso alternativo, come il San Bernardino.

Gli agenti della polizia cantonale, si legge ancora, «aiutano volentieri» a scegliere il «percorso ottimale» e i tempi di trasporto. Se ciò malgrado il trasportatore rimanesse bloccato in una colonna e si trovasse in una situazione di emergenza, può chiamare il 117 e la polizia darà "una mano a trovare soluzioni". Quali possano essere, non viene precisato.

La "tavola rotonda" ha rinunciato ad ulteriori misure fino a nuovo avviso. Se quelle previste non dovessero però ottenere lo sperato "successo", prenderà tuttavia «in considerazione tra un anno proposte di ottimizzazione».

Verso il Ticino - Secondo quanto riportato dal "Blick", fino a 1500 mucche vengono trasportate tra fine maggio e fine giugno dalle pianure svizzerotedesche verso gli alpeggi ticinesi passando per la galleria autostradale del San Gottardo. Il trasporto di diverse ore può però diventare un vero e proprio «viaggio dell'orrore» in caso di code sotto il sole: «Nel giro di dieci minuti le temperature possono salire fino a 40 gradi» nei rimorchi utilizzati, ha detto al giornale Cesare Sciarra della Protezione svizzera degli animali (PSA).

Il problema è - ha denunciato il giornale zurighese - che la polizia cantonale urana, invocando una stretta applicazione delle normative in vigore, non consente più ai veicoli che trasportano animali di uscire dall'autostrada a Wassen sulla strada cantonale fino a Göschenen per poi imboccare di nuovo l'autostrada appena prima della galleria.

Sempre secondo il "Blick" in Svizzera non vige ovunque lo stesso regime per i trasporti di animali: secondo l'esperienza di Sciarra della PSA la polizia cantonale ticinese è più flessibile quando si trovano bloccati in coda autoveicoli con a bordo animali: «So di casi in cui la polizia ticinese ne ha accompagnati con la luce blu fuori dalla colonna fino alla più vicina uscita».

«Non si possono trasportare le vacche da latte per più di quattro ore. Se si ammalano ne soffre il latte e non possiamo più lavorare», aveva detto in giugno al giornale un'alpigiana di Fusio, dove arrivano parecchie mucche d'oltre San Gottardo. «Nel Ticino contiamo da anni sulle vacche della Svizzera tedesca. Senza di loro niente formaggio d'alpe», aveva rincarato il produttore Giorgio Dazio, egli pure di Fusio, proprietario di un alpeggio privato con oltre 100 vacche sotto il passo del Narèt, al confine con la val Bedretto.

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COMMENTI
 

GI 5 anni fa su tio
ma è così complicato farle transitare durante le ore "non assolate" ??
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