Cerca e trova immobili

LUGANOCome rispondere quando un bimbo chiede: «Cosa vuol dire fare l’amore?»

19.10.18 - 07:24
Quali sono le parole giuste da usare? E come spiegare la pornografia ai figli? Se ne parlerà lunedi sera all’Usi con la psicopedagogista Barbara Tamborini. «Genitori, non ridicolizzate il sesso»
Deposit
Come rispondere quando un bimbo chiede: «Cosa vuol dire fare l’amore?»
Quali sono le parole giuste da usare? E come spiegare la pornografia ai figli? Se ne parlerà lunedi sera all’Usi con la psicopedagogista Barbara Tamborini. «Genitori, non ridicolizzate il sesso»

LUGANO -  Sesso, amore, diversità e strategie riproduttive. Sono gli ingredienti di un convegno che si tiene all’Usi, fino al 29 novembre, e che porta il titolo “Ah, l’amore!” (ore 20.30). Il prossimo appuntamento è per lunedì  quando nell’Auditorium dell’università si parlerà di di figli e genitori. Il titolo dell’incontro è “Mamma, papà? Che cos’è l’amore?”. Ne parleranno Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta e Barbara Tamborini, psicopedagogista. Ed è proprio con quest’ultima che abbiamo affrontato il delicato discorso di come parlare in famiglia di amore e sesso.

Dottoressa Tamborini, partiamo dalla domanda che forse più imbarazza i genitori quando ad un certo punto il loro bambino chiede: cosa vuol dire fare l’amore o come nascono i bambini. Un genitore come deve porsi di fronte a una domanda del genere?
«Se un bambino arriva a fare una domanda del genere vuol dire che c’è stato qualcosa che gli ha destato curiosità. Il genitore a qual punto dovrebbe reagire con una domanda e chiedere ‘perchè mi stai chiedendo questo’? Impariamo ad ascoltare la sua risposta perché in essa già capiamo quanto è profonda la domanda. Bisognerebbe dire la verità, senza inventarsi nulla. Usando le parole più appropriate».

E quale sarebbe il linguaggio più appropriato?
«Non esistono regole precise. Intorno ai 3-5 anni si possono usare vezzeggiativi come pisellino e patatina. Termini simpatici che oltre a far passare un’informazione trasmettono anche affetto. Nel momento in cui il bimbo cresce si può passare ai termini scientifici, e questo può avvenire solo quando i genitori si sentono pronti a ritagliarsi un tempo in cui fanno capire al proprio figlio che è possibile affrontare insieme l’argomento sessualità e creare in quel contesto un vocabolario comune».

Oggi la sessualità dilaga ovunque dalla tv, ai pc, agli smartphone. È giusto che un genitore metta dei filtri al pc, o cambi canale in tv?
«Nella fase preadolescenziale è necessario che i genitori facciano un presidio molto importante soprattutto su cellulari e computer. Le ricerche purtroppo evidenziano che nelle scuole medie due ragazzi su tre fanno uso di siti porno tramite gli smartphone. Questa massiccia esposizione a materiale super eccitante non fa bene. Più che mettere filtri consiglierei a genitori che nel momento in cui decidono di regalare un cellulare a un figlio di 11 anni devono prendere in considerazione che debbano fare un lavoro di controllo. E insegnare al bambino che per quel tipo di esperienze vanno fatte nella vita reale, quindi faccia a faccia, e non guardando un video».

Facile a dirsi, più difficile a realizzarlo. I filmati porno sono facilmente accessibili sui cellulari, e i ragazzi - al di là dei buoni intenti dei genitori - ci finiranno presto.
«Quando 40 anni fa i ragazzini volevamo procurarsi un rivista pornografica c’erano determinate fatiche da superare. L’imbarazzo di andare dall’edicolante, il pensiero di dove nascondere la rivista, la paura di essere scoperti. Insomma c’era una forte componente di proibito. Oggi, nell’era dei cellulari i genitori dovrebbero creare la stessa dimensione di proibito: mettere regole ben precise.

Quali?
«Ad esempio stabilire che  quando si è in camera non devi usare il cellulare. Che lo smartphone va  usato solo in presenza dei genitori. Cercare insomma di fare in modo che quando un figlio usa il cellulare per navigare ci sia attorno a lui un contesto di occhi aperti e vigili».

Qual è il concetto che più di ogni altro dovrebbe essere messa in evidenza, nel contesto dell'educazione sessuale?
Un buon genitore deve riuscire a non far finta di nulla. Se di fronte a un film con una scena sessuale è il genitore che può prendere la palla al balzo e chiedere al bambino se prova imbarazzo a vedere quella scena. Bisogna far capire che è normale provare imbarazzo assistendo a quelle scene insieme ai genitori».

Quando un genitore non sa cosa rispondere cosa deve dire?
«Deve reagire stimolando il dialogo con il bambino. In quel momento è fondamentale che il bimbo capisca di non avere un genitore sordo. Non sai cosa rispondere, allora fa tu una domanda. Cerca di far incuriosire il bambino. E far passare alcuni concetti fondamentali: che la sessualità non può essere mai usata per mettere in imbarazzo qualcuno. Che la sessualità è qualcosa di strettamente personale. Che si basa su concetti come rispetto, intimità, protezione. E soprattutto bisogna insegnare al bambino che se qualcuno non rispetta questi principi deve subito avvertire un adulto, che sia il genitore o l’insegnante».

Già la scuola. A chi spetta l’educazione sessuale dei bambini? Alle famiglie o gli insegnanti?
«In primo luogo spetta alla famiglia dato che i genitori hanno un’infinita possibilità di creare un dialogo, anche sul sesso. In secondo luogo spetta anche alla scuola. Penso che se in famiglia c’è stato in precedenza un buon dialogo, non ci possono essere messaggi pericolosi che possano arrivare da fuori».

Di fronte a un bambino che per strada vede due donne o due uomini baciarsi, il genitore come deve comportarsi nell’affrontare il discorso sulle diversità sessuali?
«Molto dipende dalle idee che il genitore ha sul quell’argomento. Qualsiasi sia il suo pensiero, l’importante è che venga dato al bambino una risposta serena, intelligente e rispettosa. È fondamentale fargli capire che se esistono due persone dello stesso sesso che si amano, questo fatto già  di per sé ha una dignità. Mai scegliere la via della ridicolizzazione».

Se un bambino assiste involontariamente ai propri genitori in atteggiamenti intimi o in un rapporto sessuale, come dovrebbero reagire i genitori in questo caso?
«È una situazione che non dovrebbe mai succedere. L’Importante è non far finta di nulla, e spiegare che quello che hanno appena visto avviene perché papà e mamma si vogliono molto bene,  e che si tratta di un fatto privato».

Nei paesi nordici capita forse con più facilità rispetto ai paesi del sud che i genitori facciano il bagno assieme ai figli. È un comportamento corretto mostrarsi completamente nudi davanti ai propri figli?
«Quando i bambini sono molto piccoli può essere un’esperienza giocosa. La sfera sessuale in quel caso non è nemmeno percepita dal bambino. Crescendo, a partire dai 4-5 anni, è importante che i confini corporei vengano presidiati. Bisogna stare molto attenti alla sensibilità del piccolo, ci sono bambini che mostrano fastidio e imbarazzo  in queste situazioni e allora il genitore deve rispettare questo sentimento, ed evitare di conseguenza di mostrarsi nudo».

Mi scrive una mamma: davanti alla tv il mio bambino si “massaggia” il pisellino e poi mi chiama per farmi vedere quanto è diventato grosso. Provo imbarazzo e  non so mai cosa dire”. Cosa si sente di rispondere a questa mamma?
«In questo caso è importante introdurre il concetto di privatezza e far capire che certe cose non si fanno sul divano davanti a tutti ma che c'è un posto e un tempo per fare determinate cose. Spiegargli che con il suo comportamento sta mettendo in imbarazzo la mamma o il papà e che le parti intime del corpo si toccano quando si è in privato».

Ma secondo lei i genitori oggi sono preparati  a parlare di sesso con i figli?
«Il vero problema dei genitori di oggi è che sono stanchi e stressati. Fare educazione in generale, e ancor più quella sessuale, richiede molto impegno ed energia e non è possibile farla dopo una giornata di lavoro».

 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

siska 5 anni fa su tio
Quando i genitori non ci arrivano perché loro impegni e problemi personali ai mie tempi negli anni '70 si aveva già compreso tutto e crescendo ci si confrontava con i propi coetanei e si imparava da soli non creando ulteriori problemi su problemi che causano blocchi psico. Poi che i genitori spieghino ai propi figli cosa funziona e perché e cosa vuol dire fare all'amore sempre nella maniera giusta lo trovo altrettanto positivo e costruttivo.

Monello 5 anni fa su tio
....Classica domanda ...esiste dalla notte dei tempi ...chissà in antichità cosa si raccontava ai bimbi curiosi ?? Mi sembrano un po dei problemi grassi !!

Pepperos 5 anni fa su tio
Mia madre mi mollò un ceffone!

Frankeat 5 anni fa su tio
Risposta a Pepperos
Cosa avevi detto o fatto e quanti anni avevi?

Pepperos 5 anni fa su tio
Risposta a Frankeat
8anni! Poi la scuola di vita la feci College. Un paio di quelle riviste sotto banco...! Adesso apri un app e vai..
NOTIZIE PIÙ LETTE