Così gli ispettori del Dipartimento del territorio vigilano sulla sicurezza dei 2.100 manufatti di proprietà del Cantone. Ecco come si è svolta l'ispezione di un viadotto che ha fatto cronaca
BELLINZONA - Aveva conosciuto il suo quarto d'ora di celebrità il viadotto di Rodi-Fiesso. Sette anni fa passò alla cronaca perché nella sua pancia viveva nascosto un rumeno ricercato per omicidio. Oggi è tornato a essere “solo” uno dei 2.100 manufatti di proprietà del Cantone che ogni 5 anni vengono controllati in modo approfondito dagli ispettori dell’Ufficio della gestione dei manufatti. Genova è un monito per tutti: la sicurezza, in particolare delle opere in calcestruzzo armato, non può essere presa sottogamba.
Sicurezza garantita - «Il 75 per cento dei nostri manufatti si trova in uno stato buono o soddisfacente, mentre il rimanente necessita di interventi di manutenzione a medio-lungo termine. Ma la sicurezza strutturale è comunque garantita» spiega il capoufficio, l’ingegner Marco Frangi che accompagna le telecamere di Tio/20Minuti in uno di questi periodici controlli.
Medici col camice arancio - Il paragone non è forzato: «Siamo un po’ come dei medici di famiglia» spiega Loris Oliva, uno dei quattro ispettori dei manufatti. Perché i ponti hanno molte storie da raccontare a saperli ascoltare. Come normali pazienti, con l’età iniziano i primi acciacchi che se trascurati possono trasformarsi in mali. Un ponte si conosce negli anni. E uno dei punti di forza di questo Ufficio del Dipartimento del territorio sta nell’esperienza maturata della squadra. «Solo monitorando nel tempo si riesce a capire se un problema è peggiorato» spiegano durante l’ispezione al viadotto di Rodi Fiesso.
Il check-up periodico - Per finanziare la conservazione dei manufatti, il cui valore stimato è di 2 miliardi di franchi, il Cantone stanzia dei crediti quadriennali. Per il 2015-19 sono stati concessi 26 milioni per interventi di rifacimento o risanamento e 10 per interventi minori. La buona salute dei ponti costa, in pratica, circa 9 milioni di franchi all’anno. «L’ispettore ponti al termine dell’ispezione valuta globalmente il manufatto e indica l’intervento consigliato» sottolinea ancora l’ingegner Frangi.
Visita superata - Il viadotto di Rodi-Fiesso rientra nei tre quarti dei ponti cantonali in buono stato o comunque accettabile. Certo i suoi 31 anni iniziano a farsi sentire e qualche infiltrazione d’umidità, all’interno del cassone e nella mensola, inizia a spuntare. Ma nulla di preoccupante. L’acqua, assieme al sale sparso d’inverno, è il principale nemico di questi manufatti. Basta una fessura nell’asfalto o un giunto deteriorato e il sottopancia del paziente comincia a fiorire d’incrostazioni bianche o ruggine. Ecco perché l’occhio di chi controlla è fondamentale. Stavolta la visita - svolta con l’aiuto di un braccio meccanico su cui stanno gli ispettori - è superata, la manutenzione generale avverrà nel 2021.
Il rapporto stretto coi ponti - «Amicizia» può sembrare una parola esagerata, ma è così che il capoufficio decrive il rapporto di conoscenza che si instaura tra il ponte e l’ispettore. «Per fare questo mestiere serve una formazione di ingegnere civile, ma soprattutto occorre passione. Solo così è possibile conoscere bene il manufatto, per anticipare eventuali problemi e non avere sorprese».