Nel quartiere bellinzonese alcuni cittadini manifestano malumori dopo la riqualifica del piccolo centro del villaggio. Segnalati disagi nelle ore di punta. La polizia: «Stiamo vigilando»
GUDO – «Non se ne può più. Durante le ore di punta, per sfuggire al traffico sulla strada cantonale, gli automobilisti si infilano nella zona con limite a 30 chilometri orari e viaggiano come pazzi. Le autorità facciano qualcosa». L’appello arriva da T.B., cittadina di Gudo, quartiere di Bellinzona. Il nucleo del villaggio è stato recentemente riqualificato e messo in sicurezza, con un investimento di oltre un milione di franchi. Invano, stando a T.B., che si fa portavoce di un malessere, a suo dire, diffuso tra gli abitanti di Gudo. «Purtroppo l’investimento non è servito a nulla. Perché ci sono questi maleducati che non rispettano le regole. Siamo stufi».
Pericolo per bambini e anziani – La situazione, documentata anche da alcuni video, è già stata segnalata sia al Municipio della capitale, sia alla polizia Comunale. E non solo per quanto riguarda la presunta rumorosità dei dadi in pietra (che ora ricoprono Via Chiesa) a contatto con le auto in transito. «Il problema è più ampio – dice T.B. –. Quando c’è coda verso Locarno, in tanti scelgono di attraversare il nucleo di Gudo per avere una scorciatoia. Non rispettando i limiti di velocità e mettendo, di fatto, in pericolo la salute dei passanti, soprattutto di anziani e bambini. Il rumore che deriva da questo traffico ad alta velocità è un effetto fastidioso, ma secondario».
Controlli della Comunale – Ivano Beltraminelli, comandante della polizia comunale di Bellinzona, è a conoscenza della situazione. «Anche se – precisa –, dai nostri più recenti controlli non abbiamo constatato particolari irregolarità. Continueremo comunque a vigilare e a tenere d’occhio il fenomeno anche nelle prossime settimane. D’altra parte, se una persona decide di tagliare dal nucleo per evitare il traffico della strada cantonale, non sta commettendo reato. L’importante è che lo faccia rispettando i limiti».