Cerca e trova immobili

LUGANO«Le migrazioni possono essere fonte di ricchezza»

12.10.18 - 19:31
Emergenza, invasione, grande esodo. Sono molti i termini e gli slogan sul fenomeno migratorio e gli stranieri. Ne parliamo con Telmo Pievani, in vista del Forum scientifico previsto domani all'USI
Keystone
«Le migrazioni possono essere fonte di ricchezza»
Emergenza, invasione, grande esodo. Sono molti i termini e gli slogan sul fenomeno migratorio e gli stranieri. Ne parliamo con Telmo Pievani, in vista del Forum scientifico previsto domani all'USI

LUGANO - «Il razzismo e la facilità nel distinguere chi è “uno di noi” da chi è “altro da noi” sono profondamente radicati nella nostra mente, quindi i politici che lo sfruttano hanno successo». È in questo modo che risponde il professor Telmo Pievani quando gli viene chiesto se è vero che “siamo tutti un po’ razzisti”. Ed è anche di questo che si discuterà sabato al Forum “Sguardi scientifici sulle migrazioni” in programma presso l’Auditorium dell’USI. Uno sguardo “diverso” su un argomento che scalda gli animi e tiene banco nel discorso politico di tutta l’Europa, perché «se il dibattito pubblico si fonda su bugie e dati scorretti, anche le decisioni politiche rischiano di essere sbagliate o inutili».

Ma è vero che viviamo un’”emergenza migranti”? In realtà «noi migriamo da due milioni di anni» e «affermare che sia un’emergenza non ha alcun senso». Considerare la migrazione come un “grande esodo” o “un’invasione” è quindi secondo il professore il frutto della «propaganda mediatica di alcuni partiti e movimenti politici» che hanno proposto una «rappresentazione completamente falsata» del fenomeno. Prevale chi urla di più i suoi slogan. E questo porta la popolazione a subire «l’interpretazione soggettiva» di chi pensa che «non contino i dati, ma la loro percezione».

Correre ai ripari - Migrare, spostarsi da un posto all’altro, può essere una scelta (ad esempio per cercare opportunità professionali all’estero) o un obbligo. «Il problema sono proprio le migrazioni forzate per guerre, discriminazioni, carestie e fenomeni ambientali dovuti al cambiamento climatico in atto». Ma la soluzione può essere la costruzione di muri o rispedire indietro tutti i barconi per evitare lo sbarco e poi “l’invasione” dell’Europa? Uno sguardo che vada oltre gli slogan permette secondo il professor Pievani di capire che la migrazione è «un processo strutturale, di medio e lungo periodo, che dobbiamo imparare a gestire a livello globale perché tutti i dati scientifici ci dicono che si amplificherà sempre di più nei prossimi anni e decenni». 

La politica in questo momento «è totalmente priva di lungimiranza e di uno sguardo largo sul problema». Si «tamponano soltanto le emergenze locali, senza alcuna visione». I politici badano ai sondaggi del momento e alla rielezione successiva, poi «quando la crisi assumerà dimensioni innegabili, allora ci sveglieremo e, tardivamente, correremo ai ripari, pagando un prezzo salato».

Uno sguardo differente - Una visione del futuro poco rosea, che rischia di alimentare i sentimenti xenofobi e la convinzione che i migranti siano la causa di tutti i mali. In realtà «non è utopistico pensare all’arricchimento culturale ed economico»: «È già successo in passato, le migrazioni se ben governate sono fonte di ricchezza, di rinnovamento e irrobustiscono le società che sanno integrare». Oggi vince chi sfrutta i retaggi già presenti nella nostra mente, perché «educare alla diversità, alla laicità, al pluralismo, al razionalismo critico è più faticoso e richiede un lavoro formativo precoce, ma non è impossibile».

Eliminare le cause delle partenze - Quale può essere allora una soluzione percorribile? «Le forze politiche progressiste dovrebbero smetterla di giocare in difesa e di limitarsi a invocare l’accoglienza. Devono elaborare un pensiero nuovo e positivo sul fenomeno migratorio». Nel suo libro “Libertà di migrare” scritto con Valerio Calzolaio, il professor Pievani propone una strada: riconoscere a tutti non solo il diritto di migrare in caso di bisogno assoluto (già riconosciuto) ma la libertà di migrare, senza cioè che questo atto sia forzato e fonte di minacce per la vita di chi si sposta. Ma soprattutto, il «vero diritto del futuro dovrebbe essere quello di restare nella terra in cui si è nati con garanzie di benessere e di dignità». Quindi «libertà di migrare se lo vuoi, ma prima di tutto diritto di vivere dove sei nato».

Telmo Pievani è filosofo, storico della biologia, esperto di teoria dell’evoluzione e professore di Filosofia delle scienze biologiche presso l’Università degli studi di Padova. Sabato farà parte del comitato scientifico del Forum “Sguardi scientifici sulle migrazioni” in programma presso l’Auditorium dell’Università della Svizzera italiana. Organizzato da IBSA Foundation for scientific research ha come obiettivo offrire una riflessione scientifica interdisciplinare sul tema delle migrazioni con genetisti, linguisti, sociologi, antropologi e giuristi a confronto.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE